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🚢 L’economia marittima italiana é trainata dal Sud?

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti porta le notizie di cui hai bisogno anche quando fuori fanno 40 gradi!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 📈 La Bidenomics conquista l’America?

  • 🚢 L’economia marittima italiana é trainata dal Sud?

Bidenomics, di cosa si tratta? 📈 

Gli americani, si sa, vivono di slogan… e con le elezioni presidenziali del 2024 che sono a poco più di 12 mesi di distanza, la politica inizia a produrne di nuovi.

Una delle parole che si inizia a sentire sempre più spesso al di là dell’Atlantico in questi mesi é Bidenomics, che se prima veniva usata come dispregiativo per identificare la politica economica di Joe Biden, ora sta piano piano diventando la sintesi del suo nuovo progetto elettorale.

Un approccio “Keynesiano” 

Come ben sappiamo la teoria del liberismo sostiene che lo Stato dovrebbe completamente esternarsi dal sistema economico perché ci pensa il libero scambio (ovvero l’incontro tra domanda e offerta) a stabilizzare il mercato.

Poco ha a che vedere con questo l’approccio di Biden, i cui interventi nell’economia sono stati particolarmente consistenti, con enormi investimenti principalmente canalizzati verso il:

  • 🏦 Migliorare le infrastrutture

  • 🌱 Raggiungere al più presto la transazione energetica

  • 🏥 Rendere meno costosa la sanità

  • 🏗️ Favorire l’imprenditoria locale

La particolarità è che tutti questi collocamenti di denaro puntano a migliorare il benessere della classe media e dei più poveri, andando così in netto contrasto con le politiche economiche precedentemente attuate, note per avvantaggiare i più ricchi.

L’abbandono della “Trickle-down economy”

Biden é un sostenitore di un approccio bottom-up agli interventi in campo economico: l’attuale presidente americano sostiene infatti che il benessere e la ricchezza di una società debbano partire dall’investire nelle fasce medio-basse della popolazione piuttosto che su quelle ricche.

Questo perché politiche verso il ceto medio permetteranno di tenere alta la domanda, portando a tendere ad un aumento della produttività che a sua volta provocherà una diminuzione della disoccupazione, formando così una spirale positiva tenuta in vita dagli investimenti dello Stato.

Diverso é invece l’approccio della cosiddetta “trickle down economy” che punta invece al benessere dei più ricchi, visto che questi spenderebbero e investirebbero di più, dando vita a nuove imprese e quindi nuovi posti di lavoro e portando quindi così enormi benefici al Paese.

Un approccio che… costa un sacco di soldi

Biden non ha badato a spese in questi anni:

  • 1.900 miliardi per l’American Rescue Plan, il piano per rialzare l’economia dopo la pandemia

  • 740 miliardi per l’Inflation Reduction act per combattere l’inflazione ma soprattutto per sconfiggere il riscaldamento globale e raggiungere l’obiettivo di diminuire del 40% rispetto al 2005 le emissioni di gas terra entro il 2030

  • 1.200 miliardi di euro dell’Infrastructure and Jobs act, finalizzato alla costruzione di nuove opere pubbliche

C’è chi dice che il colosso occidentale si sarebbe rialzato in ogni caso, ma non si può nascondere che i risultati ottenuti siano stati positivi (al netto della piccola controindicazione chiamata inflazione...).

L'economia Marittima italiana é trainata dal Mezzogiorno 🚢 

L’economia marittima è uno di quei settori dove le classiche gerarchie economiche vengono completamente sovvertite: e infatti nel nostro Paese é il Mezzogiorno che la fa da padrone, spostando attraverso i suoi porti il 46% di tutta la movimentazione marittima italiana.

Ma quanto vale l’economia marittima nel nostro paese?

  1. 📈 Rappresenta il 9% del PIL nazionale;

  2. ⚓ Nel solo 2022 per i porti italiani sono transitati 60 milioni di passeggeri e mezzo miliardo di tonnellate di merci;

  3. 💰380 miliardi realizzati di import-export

Numeri che avevano subito une bella battuta di arresto con la Pandemia… ma già nel 2022 dai porti delle regioni del sud-Italia sono transitate 226,1 tonellate di merci, superando così del 5,5% i livelli pre pandemici.

I porti del sud come ponte Europeo del Gas

Come ormai noto, il conflitto russo-ucraino ha completamente ridisegnato le rotte di approvvigionamento energetico dell’Europa, ed in particolare dell’Italia. Non infatti un caso che Paesi come Azerbaijan e Algeria abbiano visto crescere esponenzialmente le proprie esportazioni di Gas nei confronti del Bel Paese.

Ed é anche per questo che abbiamo una bella occasione: si sta infatti delineando uno scenario sempre più favorevole ai porti del Sud Italia che, con adeguati investimenti, possono diventare dei veri e propri hub energetici, in grado di rendere l’Italia il ponte Europeo tra i paesi esportatori di energia e i paesi importatori.

E questo per diverse ragioni, come:

  • 📍La posizione strategica dei porti italiani, che li rende luoghi ideali per la costruzione di nuove pipeline;

  • Il collegamento già esistente con importanti pipeline, che hanno permesso di ridurre notevolmente la dipendenza dal gas russo;

  • 🌱Il processo di transizione ecologica che renderà i porti italiani dei punti nevralgici per l’importazione e la successiva redistribuzione di energia prodotta da fonti rinnovabili proveniente dai paesi del Nord Africa;

  • 🏭 La vicinanza ai porti italiani di grandi industrie energivore;

  • 🚢Una crescente dimensione media delle navi che, unita al cambiamento climatico in atto, metterà sempre più in crisi i porti del Nord Europa, che sono lontani dalle coste e con afflussi di acqua limitati (esempio il porto di Amburgo).

E per non parlare di un Mediterraneo che è sempre più trafficato… 🚦 

Il Mediterraneo, che cuba poco più dell’1% dei mari, muove tra il 20 e il 30% del traffico mondiale di merci. E non é un caso: il Mediteranneo infatti ha una posizione enormemente strategica, che lo rende l’unico mare in grado di mettere in comunicazione Oriente e Occidente.

Il ripensamento delle catene di approvvigionamento degli ultimi anni però ha impattato anche le rotte marine, ridimensionando le tratte a lungo raggio e rendendo il Mediterraneo ancor più trafficato. Infatti:

  1. In un anno le rotte a lungo raggio, quelle cioè che vanno a collegare Asia-Europa ed Europa-USA, si sono ridotte del -3%;

  2. Sono cresciute invece del +5,6% quelle intra-regionali (rotte che in 12 anni, tra il 2011 e il 2023, sono cresciute del +64%).

Ma i nostri porti sono competitivi?

I due principali indici di competitività dei porti internazionali hanno messo in evidenza come, ahinoi, l’Italia ne debba mangiare ancora di pastasciutta per competere con i migliori porti al mondo…

Ma come possiamo aumentare la competitività dei nostri porti?

Principalmente intervenendo per migliorare due fondamentali aspetti:

  1. 🕐 Creare infrastrutture che siano in grado di ridurre il tempo medio di attesa delle navi nei porti;

  2. ⛽Investire perché i nostri porti siano in grado di rifornire anche le nuove tipologie di navi che, per far fronte ai nuovi standard di sostenibilità, sono sempre più spinte da propulsori ibridi o da motori alimentati da carburanti alternativi.

Angolo Politico 💬 

🇮🇹 Tajani: eletto segretario pro tempore di FI (Ansa)

🤔 Salvini: serve una “grande e definitiva pace fiscale” (IlSole24Ore)

Angolo Cripto ⛓️ 

🪙 BlackRock: pronto l’ETF su Bitcoin? (CT)

❌ Binance: ridotto il personale di 1.000 (CT)

Angolo Tech & Startup 💡

📈 L’italiana Argotec pronta a quotarsi in borsa? (Wired)

🛻 Cybertruck Tesla: finalmente ci siamo? (TC)

🔭 James Webb: identificate le prime stelle alimentate dalla materia oscura?(Wired)

🍀 La battaglia per identificare i lobbisti di gas e petrolio (Wired)

Oggi nella storia? Il 18 luglio del 64 scoppia il grande incendio di Roma, il quale distrugge gran parte della città. Nonostante il credo popolare, non ci sono prove che l'imperatore del tempo Nerone abbia appiccato l'incendio e abbia guardato bruciare Roma mentre stava suonando il violino.

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