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🔌 Ecco come possiamo risparmiare sull’elettricità!

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Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🔌 Ecco come puoi risparmiare sull’elettricità!

  • 🎶 Spotify: tempo di Wrapped e di… licenziamenti

LE RISPOSTE AL TRIVIA
🤑 Quanto pesa il settore dei servizi sul fatturato di Apple?

Queste le risposte all’indovinello della scorsa newsletter. Su 755 risposte, una buona parte di voi ha indovinato, 275 per la precisione! In effetti, nell’ultima trimestrale presentata da Apple, i servizi hanno generato ricavi per ben $22,3 miliardi, pari al 25% del totale.

ENERGY & GAS
🔌 Ecco come puoi risparmiare sull’elettricità!

Con l’obiettivo di realizzare una transizione energetica più green e che realizzi gli obiettivi previsti dal Pnrr, si è tornati a parlare delle più o meno note “comunità energetiche”.

Comunità energetiche? Di cosa stiamo parlando?

Le comunità energetiche rappresentano l’occasione per i consumatori di diventare veri e propri produttori di energia rinnovabile, attraverso un loro raggruppamento a livello locale.

Ma come avviene tutto ciò?

Immagina una famiglia che ha sul tetto della propria casa dei pannelli solari installati. Questa famiglia, potrebbe decidere di usare una parte di questa energia e cedere la parte che non utilizzano ai propri vicini, diventando così dei “consumatori-produttori”.

Si crea quindi una soluzione win-win, perché chi cede l’energia può trovare una fonte di reddito alternativa, mentre chi la compra può farlo ad un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato.

E ovviamente ci guadagna anche l’ambiente, dato che si parla di energia prodotta da fonti rinnovabili (non necessariamente il solare, può anche derivare da biomasse, idroelettrico etc…).

Ok, ma quante sono queste comunità in Italia?

Se ne contano circa 110, con la maggior parte di esse formata da gruppi di consumatori (cosiddetto “autoconsumo”) e invece una piccola parte di “comunità energetiche rinnovabili” (quindi aziende che cedono la propria energia).

La maggior parte dei progetti sono stati realizzati nel Nord Italia, attraverso l’utilizzo di fondi nazionali ed europei, ma l’obiettivo è quello di arrivare ad un numero totale di comunità compreso tra 15.000-20.000 entro il 2027.

E ad aiutare saranno proprio i fondi del Pnrr

La Commissione Europea ha infatti dato il via libera al decreto italiano per incentivare la diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Questa misura è finanziata con €2,2 miliardi dal Pnrr, e ha l’obiettivo di realizzare una potenza complessiva di almeno 2 Gigawatt.

Il tutto, attraverso due misure:

  • Una tariffa incentivante per l’energia rinnovabile prodotta e condivisa

  • Un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti in comuni sotto i 5mila abitanti

E da gennaio si parte con questa iniziativa, che potrebbe davvero essere una piccola rivoluzione green per l’Italia. Con questo strumento, infatti, edifici pubblici e abitazioni private avranno l’opportunità non solo di produrre energia e di abbattere i costi delle bollette, ma di dare anche una significativa risposta alla crisi climatica.

Tu hai pannelli solari a casa?

o altre forme di energia rinnovabile?

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Il contenuto di questo secondo articolo è stato scritto da un caro amico che è tornato nuovamente a trovarci: Pietro Michelangeli.

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BUSINESS & TECH
🎶 Spotify: tempo di Wrapped e di… licenziamenti

Mentre il Web è invaso dalle canzoni e dagli artisti più ascoltati durante l’anno, in quello che che oramai è diventato un vero e proprio evento atteso da milioni di persone (lo Spotify Wrapped), il gigante dello streaming audio ha annunciato che taglierà quasi un quinto della propria forza lavoro globale, che conta più di 9.000 persone. 

Quindi, cosa c’è che non va?

L’amministratore delegato Daniel Ek ha comunicato che la decisione è stata presa a causa del rallentamento della crescita dei ricavi e per la necessità di “ridimensionare” i costi dell’azienda. 

E questo ridimensionamento passa per il taglio di circa 1.500 persone, ossia il 17% della forza lavoro globale di Spotify. In altre parole, 1 dipendente su 6 sarà lasciato a casa.

Ek ha inoltre affermato che il gruppo aveva discusso di effettuare questi tagli l’anno prossimo e nel 2025, ma ha deciso una ristrutturazione più ampia e veloce.

Ma Spotify se la passa così male?

L’annuncio arriva nonostante gli sforzi che Spotify ha già messo in atto per contenere i costi ed aumentare i ricavi, sforzi che comunque hanno già prodotto alcuni risultati positivi:

  • 📈 La società ha registrato il suo primo trimestre redditizio dal 2021, anche se nei primi nove mesi dell’anno ha comunque perso circa $500 milioni

  • 🙋🏻 Gli utenti attivi mensili sono aumentati del +26% su base annua arrivando a 574 milioni, anche se l'acquisizione di abbonati paganti in Nord America sembra rallentare

In ogni caso, questo non è il primo taglio del personale effettuato da Spotify durante l’anno. Con due precedenti round di licenziamenti, la società aveva infatti già ridotto il personale di circa 800 dipendenti.

Va comunque considerato che questi esuberi arrivano dopo un periodo di forte crescita, che tra il 2019 e il 2022 aveva visto la società quasi raddoppiare il proprio numero di dipendenti.

Si tratta quindi più che altro di un diminuzione degli eccessi

…che abbiamo visto fare da parte di un po’ tutte le Big Tech nel corso del 2023.

Quest’anno si sta infatti per concludere con un numero considerevole di licenziamenti proprio nel settore tech, che ha visto cancellati più di 240.000 posti di lavoro (il 50% in più rispetto allo scorso anno).

Tuttavia, a dimostrazione del fatto che Wall Street ora stia preferendo i profitti alla crescita, le azioni di Spotify sono aumentate di circa il 9% negli ultimi giorni di negoziazione.

Insomma, il punto è che dopo la forte espansione durante il periodo del Covid, questi colossi sono ora all’opera per ridimensionare la propria forza lavoro e i propri costi nel modo corretto. Certo, stiamo parlando di un gran numero di persone che verranno lasciate a casa, proprio prima di Natale…

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✍️ Valuement cerca un Business Consultant

🆕 Facile.it cerca un Performance Marketing Specialist

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Il 7 dicembre 1941, uno sciame di 360 aerei da guerra giapponesi bombarda la base navale statunitense a Pearl Harbour, danneggiando parte della flotta USA del pacifico e causando circa 2.400 morti.

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