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Disastro in Inghilterra: cosa è successo?🇬🇧

Buona domenica! Questa settimana parliamo del casino che sta succedendo in Inghilterra con la Banca Centrale Inglese che ha appena sventato un collasso finanziario, ma parliamo anche di Satispay, che con l'ultimo aumento di capitale è diventata il nuovo unicorno italiano.

Le storie di oggi1 - Inghilterra sull'orlo del collasso: la Bank of England salva tutti2 - Satispay diventa unicorno con una valutazione di €1 miliardo di euro

Inghilterra sull’orlo del collasso: pronto il salvataggio da £65 miliardi della Bank of England

La notizia della settimana è sicuramente l’acquisto di £65 miliardi di bond effettuato da parte della Bank of England per salvare i pension funds inglesi in un momento in cui se la sono davvero vista brutta.Ma andiamo con ordine.

La scorsa settimana il governo inglese ha annunciato il taglio del cuneo fiscale più importante degli ultimi 50 anni, una soluzione fortemente criticata in quanto ritenuta ingiustamente favorevole per le classi più abbienti (grazie al taglio dell’aliquota del 45% sulla parte eccedente £150.000) e in grado di aprire un buco in bilancio di oltre £45 miliardi da qui al 2026-27.

Manovre ispirate a Reagan e Tatcher?Il taglio delle imposte (unito ad una serie di altri provvedimenti) ha lo scopo di stimolare l’economia inglese e farla uscire dal periodo di stagflazione in cui si trova.

Misure di questo tipo sono ispirate ai cosiddetti "Reaganismo" e "Tatcherismo", ovvero a tutto quell'insieme di provvedimenti presi negli anni '80 dal Presidente degli USA Ronald Reagan e dalla leader del Partito Conservatore Inglese Margaret Tatcher.L'idea alla base è quella di un mercato liberale, con un governo che spinge verso la riduzione della spesa pubblica e la riduzione delle imposte sui redditi, nonché una minore regolamentazione e un rafforzamento dell'offerta monetaria.

Ronald Reagan, Presidente degli USA dal 1981-1989

Nella pratica come funziona?Una delle conseguenze che manovre di questo tipo possono portare è una riduzione della fiducia da parte degli investitori verso lo Stato che le pone in essere, in quanto sorgono timori sulla sua futura stabilità economica.Ai tempi di Reagan questo era un problema relativo, in quanto gli USA godevano di uno status mondiale tale per cui gli investitori non avrebbero "scaricato" l'America dall'oggi al domani (aka non avrebbero venduto i titoli di stato statunitensi). Questo non solo perché gli USA erano pur sempre gli USA, ma anche perché il dollaro era la valuta di riferimento a livello mondiale.Diciamo che gli USA si muovevano da una posizione di forza. Posizione che invece l'Inghilterra oggi non ha, e qui veniamo a ciò che è successo in questa settimana.

Cosa è successo in questi giorni?Negli scorsi giorni il cancelliere Kwasi Kwarteng ha presentato un piano per finanziare 1) il taglio delle tasse e 2) i sussidi energetici con l'emissione di nuovi titoli di debito.Piano che ha lasciato però i mercati poco fiduciosi e, nei giorni a seguire, ha aperto le porte ad una possibile tragedia finanziaria (che ad oggi sembra per fortuna essere stata sventata).

Liz Truss e Kwasi Kwarteng

Ma quindi cosa è successo?Presi dalla paura che questo piano potesse mettere in difficoltà il futuro degli UK, gli investitori hanno quindi iniziato a vendere i Titoli di Stato Inglesi (anche chiamati Gilts).É bene ricordare che, come ci insegnano finanza e matematica finanziaria, esiste una relazione inversa tra prezzo e rendimento dei titoli di stato. In linea 

  • All'aumentare del prezzo dei titoli di stato, diminuisce il rendimento;

  • Al diminuire del prezzo dei titoli di stato, aumenta il rendimento.

Essendo aumentato il numero di titoli di stato presenti sul mercato (perché gli investitori hanno iniziato a venderli - aka è aumentata l'offerta), i prezzi dei suddetti titoli sono diminuiti.La conseguenza del calo dei prezzi è stato l'aumento dei loro rendimenti, che sono schizzati dal 3.7% fino al 5.09% per i bond trentennali.Contemporaneamente, la Sterlina è crollata, perché alla vendita di titoli di stato hanno coinciso deflussi di capitale dagli UK (e quindi dalla Sterlina stessa), anche a causa di una rinnovata mancanza di fiducia verso il futuro del paese.

Rendimento dei Gilt e cambio $-£ - Fonte: IlSole24Ore

É bene sottolineare che nei paesi industrializzati, di solito, quando i rendimenti dei titoli di stato si alzano, da lì a poco la moneta tende ad apprezzarsi (in quanto i maggiori rendimenti attirano flussi di capitale in entrata, per cui il cambio ne beneficia).Diversamente, nei paesi emergenti accade il contrario, perché i mercati mettono in dubbio la solvibilità di questi maggiori rendimenti (ricordiamo che a tassi di rendimento più alti si associa anche un rischio percepito maggiore).In questo caso, la Sterlina ha reagito male, proprio perché gli investitori hanno visto di cattivo occhio il futuro del Paese.

Come si è risolta la situazione?A risolvere i problemi ci si è messa la Banca d’Inghilterra, che è intervenuta con "l'artiglieria pesante": la BoE (Bank of England) ha messo sul piatto una mossa da £65 miliardi, che consiste in acquisto di titolo di stato per £5 miliardi al giorno per 13 giorni (di fatto, un quantitative easing di emergenza).Questo perché la BoE aveva individuato nella situazione dei giorni scorsi un “material risk to UK financial stability”, quindi un pericolo sostanziale alla stabilità economico-finanziaria del Regno Unito.

Questa mossa aumenterà la moneta in circolazione e probabilmente porterà ad una ulteriore crescita dell’inflazione, ma ha pur sempre permesso di evitare ai pension funds inglesi di andare in bancarotta.

Aspè cosa c'entrano i pension funds inglesi?Gli effetti delle variazioni sui prezzi-rendimenti dei gilts inglesi ha avuto conseguenze sostanziali sui fondi pensione inglesi.Per capirne il motivo, dobbiamo fare un passo indietro e capire come i pension funds gestiscano (almeno in parte) il loro denaro.Generalmente i fondi pensione investono il denaro che ricevono dai lavoratori in strumenti finanziari, che siano questi titolo di stato, azioni, obbligazioni o altro, al fine di generare un rendimento che servirà poi per pagare le pensioni con il passare degli anni.Una parte del loro portafoglio di investimento è investita nei titoli di stato, che per i fondi pensione inglese è proprio rappresentato dai Gilts di cui parlavamo prima.Senza entrare troppo in tecnicismi (se vuoi approfondire, clicca qui), i pension funds inglesi hanno ad oggi all'attivo grandi quantità di gilts, ma anche un discreto livello di indebitamento, gestito mettendo a garanzia proprio questi titoli di stato (che sono stati messi a collaterale).Quindi che è successo?Quando il governo di Liz Truss ha dichiarato la manovra di riduzione delle tasse, come dicevamo prima, gli investitori hanno scaricato i gilts sul mercato e, per la legge della domanda e dell'offerta, il prezzo dei gilts è crollato (e i rendimenti sono saliti).Visto che i pension funds avevano iscritti a bilancio tutti questi gilts, essendo il valore degli stessi sceso vertiginosamente in poco tempo, questi sono andati in difficoltà. E sono andati in difficoltà anche perché avevano messo questi titoli di stato in garanzia ad altri prestiti.La conseguenza è stata che per risolvere questa difficoltà di breve, i fondi pensione hanno dovuto vendere parte dei loro gilts, ma ciò non ha fatto altro che generare un circolo vizioso, dove ulteriori gilts hanno inondato il mercato, spingendo verso il basso i prezzi e verso l'alto i rendimenti (facendo sprofondare la sterlina).

É proprio in questo contesto che la Bank of England ha deciso di intervenire con l'acquisto massiccio di titoli di stato. Questo intervento ha placato la situazione, riportando verso l'alto i prezzi dei gilts e verso il basso i loro rendimenti, fermando in questo modo l'emorragia.

Diario riassuntivo di una tragedia sventata

  • Nel momento in cui è stata annunciata la nuova manovra fiscale, ingenti quantità di gilts sono state vendute dagli investitori;

  • Prezzo dei gilts crolla (e rendimento sale) e i fondi pensione si sono ritrovati a dover rispondere alle margin calls dei propri creditori;

  • Per farlo hanno dovuto procedere alla vendita di ulteriori gilts, abbassandone ulteriormente il prezzo e arrivando ad una situazione molto pericolosa in cui la liquidità degli stessi bond era messa in pericolo;

  • Nel frattempo la sterlina sprofonda sui timori legati al futuro degli UK e a causa del drenaggio di liquidità;

  • Bank of England interviene con l'acquisto massivo di titoli (£65 miliardi), fermando l'emorragia e sventando il disastro

Cosa è successo dopoLiz Truss ha cercato di rassicurare i mercati confermando la validità del piano e dando la colpa alla turbolenza sui mercati globali, dichiarando come il calo della sterlina e la vendita massiva dei titoli britannici siano da ricercare in cause esogene.Numerose sono state le critiche verso Truss: secondo recenti sondaggi, il 50% del popolo britannico la vorrebbe già dimissionaria.Certo è che la reputazione della Gran Bretagna (o almeno del suo governo) ne è uscita indubbiamente danneggiata.

Abbiamo un nuovo unicorno italiano! 🦄🇮🇹

La start-up tutta italiana Satispay raggiunge la valutazione di €1 miliardo di euro, unendosi al rarissimo club degli unicorni.

Cosa sono gli unicorni? 🦄Il termine di "azienda unicorno" è stato coniato nel 2013 da Aileen Lee, fondatrice del fondo di Venture Capital Cowboy Ventures, per descrivere le società tecnologiche private (quindi non quotate) valutate più di $1 miliardo.Ottenere lo status di unicorno può essere molto difficile. Stando alle stime, un’azienda ha solo lo 0,000006% di possibilità di diventare un unicorno e ci vogliono in media sette anni perché una startup nascente diventi unicorno.

La valutazione miliardaria degli unicorni viene fatta da venture capitalist e investitori che hanno partecipato ai round di finanziamento delle società, e non è strettamente correlata alla loro effettiva performance finanziaria o ad altri dati fondamentali.Poiché quasi tutti gli unicorni sono startup, il loro valore si basa principalmente sul loro potenziale di crescita e sviluppo futuro.Molti unicorni sono stati creati attraverso acquisizioni o aumenti di capitale, ma il fattore comune è che si tratta spesso di startup che hanno portato progressi e innovazioni tecnologiche tali per cui la crescita è stata repentina e, per certi versi, incredibile.

In Italia come siamo messi? 🤔Oltre a Satispay, l'altro unicorno italiano è Scalapay (sono solo due attualmente).Stessa città (Milano) e stesso settore di Satispay (Fintech) ma applicazioni diverse: Scalapay infatti si occupa di permettere di fare acquisti online e fisicamente pagando a rate e senza interessi.La sua crescita è stata clamorosa: fondata nel 2019 da Simone Mancini e Johnny Mitrevski, ha ottenuto un primo round da $155 milioni nel 2021 (guidato dalla statunitense Tiger Global).É diventata unicorno lo scorso febbraio, grazie a un mega finanziamento da $497 milioni di dollari, arrivati perlopiù da Tencent e dalla newyorkese Willoughby Capital.Sono solo due le italiane dunque, decisamente poche rispetto alle 29 tedesche e alle 24 francesi, ma anche meno delle 8 svedesi e delle 4 spagnole.Non è una novità che il mercato delle startup e dei fondi di venture capital italiano abbia un ritardo da colmare, ma il fatto che i due unicorni “ufficiali” abbiano raggiunto tale status nel giro di pochi mesi fa ben sperare e fa ipotizzare l'ingresso nel club di nuovi membri nel prossimo futuro.I candidati non mancano di certo, tanto che è stato coniato un nuovo termine, difficile da digerire per i più restii agli inglecismi marcati: i “Soonicorn” ossia startup o scaleup destinate a diventare unicorni presto, nel giro di un paio d'anni.

Un report di i5invest dello scorso gennaio ne indicava 257 in Europa, di cui quattro italiane, tra cui:

  • Casavo, piattaforma online che semplifica la compravendita di immobili.

  • Musixmatch, fondata da Max Ciociola e diventata il più grande catalogo per creare e condividere testi di brani musicali.

  • BrumBrum, mercato dell'auto online, ch però all'inizio del 2022 è stata acquisita e assorbita dalla britannica Cazoo per €80 milioni di euro.

Ma torniamo a Satispay... 🤑

Fondata nel 2013 da tre giovani cuneesi, Dario BrignoneSamuele Pinta e Alberto Dalmasso, Satispay è nata per creare un network di pagamento da mobile alternativo alle carte di credito e debito.L’app permette di pagare nei negozi fisici e online, ma anche di scambiare denaro tra amici. Offre poi servizi come ricariche telefoniche e pagamento di bollettini e prevede una commissione fissa di 20 centesimi per i pagamenti superiori ai 10 euro.Satispay può attualmente vantare circa 3 milioni di clienti, 3 miliardi di volumi transati e 200.000 esercenti convenzionati tra cui grandi marchi come Esselunga, Benetton, Carrefour, Decathlon e Autogrill.Ha 300 dipendenti, quartier generale a Milano e uffici in Lussemburgo e a Berlino. Satispay non è nuova ad apprezzamenti, considerato che già nel 2020 CB Insights l’aveva inclusa tra le 250 fintech con il più alto tasso di crescita al mondo.

Grazie all'ultimo round di finanziamento ricevuto (il quarto, serie D), guidato dal ventur capitalist americano Addition, ha raccolto €320 milioni di euro, portando la sua valutazione finanziaria a poco più di €1 miliardo.Il londinese Greyhound Capital, investitore già dal 2018, ha incrementato la propria quota. Resta nel capitale di Satispay anche chi era entrato alla fine del 2020 con un round serie C da €93 milioni: tra gli altri, Tencent, Mediolanum e Block (la ex Square, fondata e presieduta dal padre di Twitter, Jack Dorsey).

Grazie a quest'ultimo round, la raccolta totale si assesta a circa €450 milioni di euro.

"A seguito di questo round, sentiamo di avere tutti gli strumenti e le risorse necessarie per realizzare la nostra visione: creare il prossimo network di pagamento leader in Europa."

"Non solo sentiamo di avere i capitali necessari, ma anche l’esperienza e le competenze.

Alberto Dalmasso, Co-Founder & CEO di Satispay

Negli ultimi due anni, ha sottolineato Dalmasso, Satispay ha più che raddoppiato la sua base di clienti ed è sbarcata in 3 nuovi paesi europei.Dopo essere approdata in Germania, Francia e Lussemburgo, ora gli obiettivi sono Olanda, Grecia, Belgio e Portogallo.Crescita e futuroLe ambizioni di crescita non mancano quindi, ma il lavoro è tanto anche per far crescere Satispay nel suo 'core' business.Sempre secondo Dalmasso: "Vogliamo estendere Satispay ai minorenni, ai professionisti e andare oltre al prepagato. Il focus è rendere Satispay lo strumento di pagamento più completo.Per noi il 'breakeven' non è un paletto perchè l'asticella viene continuamente spostata più avanti, e per ora siamo concentrati sulla crescita, non sul breakeeven.Certo è che lavoreremo sull'efficienza: in un paio d'anni vogliamo raddoppiare il ritmo di crescita. E nei prossimi tre annisceglieremo se assestarci o crescere ancora."

In futuro ci si aspetta una quotazione?La quotazione in Borsa sembra essere una via percorribile in futuro: "Ora possiamo pensare anche di fare acquisizioni, magari usando anche le azioni e non solo la cassa”, ha aggiunto Dalmasso.“Potremmo guardare all’acquisizione di servizi da distribuire attraverso la nostra rete. Se serviranno capitali, li useremo”.

Il nostro  obiettivo è ambizioso: diventare la più grande fintech d’Europa

L'intervento dell'AD si conclude con una "critica" al governo italiano: "Chiediamo di trattare tutti gli strumenti di pagamento in modo equo. È zoppa la legge sull'obbligo del POS del 2015, le sanzioni agli esercenti non funzionano e l'unica norma parla di obbligo carte. Secondo noi bisognerebbe parlare in generale di pagamenti elettronici".

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