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  • 🚢 Cosa diamine sta succedendo nel Mar Rosso??

🚢 Cosa diamine sta succedendo nel Mar Rosso??

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  •  🚢 Cosa diamine sta succedendo nel Mar Rosso??

  •   Arriva il nuovo Patto di Stabilità Europeo!

LE RISPOSTE AL QUESITO
🍾 Quale è la marca di Cognac più venduta?

Queste le risposte al quiz della scorsa newsletter. Stavolta ha indovinato solo la metà di voi: la marca di Cognac più venduta al mondo è Hennessy, con circa 50 milioni di bottiglie vendute ogni anno.

GEOPOLITICA
🚢 Attacchi alle navi nel Mar Rosso: è crisi commerciale?

Negli ultimi giorni il Mar Rosso, una delle arterie marittime più cruciali per il commercio globale, è stato messo a ferro e fuoco dal gruppo dei ribelli yemeniti “Houthi”.

Dagli attacchi con i droni agli assalti lanciandosi dagli elicotteri, gli Houthi stanno terrorizzando le navi mercantili che passano dal Mar Rosso per raggiungere l’Asia.

La conseguenza?

Molte delle principali compagnie marittime commerciali (tra cui Evergreen, Maersk, Hapag-Lloyd ed MSC) hanno deciso di modificare le rotte delle proprie navi, preferendo una più lunga (e costosa) circumnavigazione dell’Africa al passaggio dal canale di Suez.

Facciamo un passo indietro, dove siamo?

La maggior parte degli attacchi è avvenuta tra stretto di Gibuti e Yemen (per capirci, dove si trovano la maggior-parte dei pallini rossi nella mappa)

Stiamo parlando di un tratto marittimo trafficato da decine e decine di navi cargo ogni giorno, un vero e proprio crocevia nevralgico che collega l’Europa all’Asia, e da cui transitano:

  • 📦 Il 12% dei traffici di merci a livello mondiale

  • 🛢️ Il 9% del petrolio globale

E gli attacchi alle navi da parte dei ribelli Yemeniti stanno avendo conseguenze economiche importanti: spedire dall’Europa all’Asia costa ora circa il 60% in più, perché molte compagnie stanno abbandonando la rotta “classica” preferendo la circumnavigazione dell’Africa.

Una tratta che allunga i tempi di percorrenza di almeno 10 giorni (sono 26 di solito) e che richiede molto più carburante, a cui si aggiungono le spese in più per i costi di assicurazione delle navi, che stanno letteralmente schizzando verso l’alto.

Ma chi sono i responsabili degli attacchi?

Le immagini dei ribelli che attaccano la nave Galaxy Leader

SI tratta dei ribelli Houthi, un gruppo armato sciita appoggiato dall’Iran, in conflitto con le forze governative dello Yemen (che invece sono sostenute dall’Arabia Saudita).

Gli Houthi controllano molte aree del territorio dello Yemen (tra cui la capitale San’a’), e le loro azioni, che comprendono attacchi missilistici e l'utilizzo di droni armati, sono in sostegno ad Hamas, che sostengono nel conflitto contro Israele.

I ribelli hanno infatti detto di avere come bersaglio principale navi Israeliane o che “hanno rapporti con Israele” - anche se, tra i numerosi attacchi, ce ne sono stati alcuni ad imbarcazioni che invece “non c’entravano niente”.

E quindi? Cosa si sta facendo a riguardo?

Di fronte all'intensificarsi degli attacchi è stata coordinata una risposta internazionale guidata dagli USA e che comprende anche Bahrein, Canada, Francia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Seychelles Spagna e Italia.

Il nostro Paese, ad esempio, ha deciso di contribuire con l'invio di una fregata equipaggiata con armi antiaeree, la “Fasan”.

La missione si focalizzerà sulla protezione delle navi mercantili dai lanci di missili e droni, con l'obiettivo di assicurare la continuità e la sicurezza del traffico commerciale e petrolifero, essenziali per l'economia mondiale.

Il pericolo, altrimenti, è che avvenga una situazione simile al marzo del 2021, quando una nave Evergrande aveva bloccato per giorni il canale di Suez e aveva mandato in crisi tutto il sistema della logistica mondiale.

Ed ora, un piccolo quiz che fa capire l’importanza di quel tratto di mare.

Il Canale di Suez genera circa il 2% del PIL dell'Egitto

A quanti miliardi ammontano le revenues del canale?

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UNIONE EUROPEA
 Arriva il nuovo Patto di Stabilità Europeo!

I ministri dell’Economia di Francia e Italia: Le Maire e Giorgetti

Dopo mesi di discussione sulla riforma del Patto di Stabilità, siamo finalmente davanti ad una svolta!

Martedì sera i ministri delle Finanze di Francia e Germania si sono incontrati a Parigi per trovare un accordo tra di loro, da sottoporre poi all’approvazione degli altri Paesi Ue. Approvazione che, senza troppi giri ulteriori, è arrivata nella giornata di ieri.

Ok, ma prima di tutto, che cos’è il Patto di Stabilità?

Il Patto di Stabilità contiene l’insieme di regole che riguardano il bilancio dei Paesi aderenti all’Eurozona.

In breve, serve a garantire la disciplina fiscale, prevenendo deficit di bilancio ed indebitamenti eccessivi, con l’obiettivo di mantenere la stabilità economica e favorire la crescita.

Il meccanismo è stato adottato nel 1997 ed ha accompagnato la vita economica degli stati membri fino a marzo 2020, dopo che, a causa della crisi scatenata dalla pandemia, è stato sospeso (ma rientrerà in vigore da gennaio).

Ma cosa diceva il vecchio patto?

I parametri fissati da Maastricht prevedevano che:

  1. Il rapporto deficit/Pil non superasse il 3%

  2. Il rapporto debito pubblico/Pil fosse mantenuto al di sotto del 60%.

Nel caso in cui un paese fosse andato oltre la soglia del 3%, avrebbe potuto ricevere sanzioni da pagare pari fino allo 0,5% del Pil. Invece, se il rapporto debito pubblico/Pil superava la soglia stabilita, si richiedeva agli stati di ridurre ogni anno la quota eccedente il 60% (in modo da tornare, piano piano, a quel livello di indebitamento).

Nonostante rappresenti uno strumento indubbiamente utile, il Patto di Stabilità non è piaciuto ed è stato criticato fortemente nel tempo, a causa:

  • Della sua eccessiva rigidità

  • 🕣 Del fatto che le regole su deficit e indebitamento siano applicate ai bilanci annuali degli stati (e non in riferimento a cicli economici più lunghi)

  • 🤨 Del fatto che le sue regole non venissero sempre applicate in modo coerente (ci sono occasioni in cui alcuni Paesi dovevano essere multati, ma alla fine non è successo)

…e quindi per tutti questi motivi si è spinto per una sua riforma.

Qual è l’obiettivo della riforma?

In breve, evitare che la riduzione del debito pubblico nei Paesi Ue porti ad una riduzione degli investimenti e della crescita.

Un concetto semplice, sul quale è andata però in scena una lunga “guerra” di posizione tra Paesi storicamente più rigorosi e intransigenti (come la Germania), e altri che chiedevano parametri più elastici (Francia e Italia su tutti). 

Gli ultimi dieci giorni hanno visto un acceso negoziato tra i principali Paesi Ue, nella speranza di chiudere la trattativa il prima possibile, in modo da passare la palla al Parlamento Europeo.

Ok, ma che cosa cambia?

Ieri, il nuovo patto di stabilità è stato finalmente approvato. Rimangono le soglie stabilite in precedenza del 3% e del 60%, ma ci sono alcune modifiche:

  •  Deficit: quando supera il 3%, è richiesto agli stati di ridurlo dello 0,5% del Pil ogni anno. Si tiene però conto dell’aumento del deficit causato dall’aumento della spesa per interessi

  •  Braccio preventivo: gli Stati con rapporto debito/Pil superiore al 90% dovranno far scendere il livello deficit/Pil all'1,5%

  • 💰 Riduzione del debito: dovrà essere pari all’1% annuo per i Paesi che superano la soglia debito/Pil del 90% (come l’Italia) e dello 0,5% annuo per chi lo ha tra il 60% e il 90%

Allo stesso tempo, per venire incontro ai paesi con i conti pubblici messi peggio, si è stabilito un periodo transitorio (tra il 2025 e il 2027), all’interno del quale il deficit non terrà conto delle spese ulteriori causate dall’aumento dei tassi di interesse sul debito emesso.

In questo modo, il rientro verso le soglie stabilite non dovrebbe limitare eccessivamente gli investimenti degli Stati.

E poi, sempre in ottica di flessibilità, i piani di rientro verso le soglie concordate saranno quadriennali (ma estendibili a 7 anni) e la Commissione terrà conto delle spese di investimento compiute dagli Stati per attuare il Pnrr.

Insomma, si è trovato un compromesso che, oltre a valori e soglie esplicite da raggiungere, desse maggiore flessibilità e spazio di manovra ai paesi che, sotto queste soglie, devono tornarci… il che è tutto fuorché un male.

GLI ANGOLI

🇮🇹 L’Italia chiederà la 5a rata del Pnrr entro la fine dell’anno (Ansa)

📈 Superbonus: al 70% nel 2024 (IlSole24Ore)

🫰🏻 Google: multa da $700 milioni in arrivo (TC)

🫱🏻‍🫲🏼 Jagat: il social network che mette al centro le connessioni umane supera i 10 milioni di utenti (TC)

💊 I linfociti B di un essere umano sono stati modificati geneticamente per la prima volta (Wired)

📦 Il packaging del futuro viene… dall’Umbria? (Wired)

🤑 Capgemini cerca uno Strategy Consultant

✍️ Eni cerca un Junior Market Design Analyst

🆕 AutoScout24 cerca un Hybrid Sales Consultant

💰️ Facile.it cerca un Consulente del Credito

Il 21 dicembre 1988, il volo Pan Am 103 da Londra a New York esplode in aria sopra Lockerbie, Scozia, uccidendo tutti i 243 passeggeri e i 16 membri dell'equipaggio a bordo, oltre ad 11 persone a terra. La causa è una bomba nascosta all'interno di un lettore di audio cassette, detonata nella zona cargo quando l'aereo si trovava ad un'altitudine di 31.000 piedi.

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