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❌ Concessioni Balneari: le aste slittano ancora?

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • Concessioni Balneari: le aste slittano ancora?

  • 🌍 È fallito un altro stato Africano!

LE RISPOSTE AL SONDAGGIO
🇪🇺 Sei favorevole alla ratifica del MES?

Queste le risposte al sondaggio della scorsa newsletter. Oltre la metà di voi si è dichiarata favorevole alla ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità. I “No”, sono stati invece pari al 25% del totale, un po’ di più di quelli in dubbio.

ITALIA
 Concessioni Balneari: le aste slittano ancora?

No, non sarà nemmeno il 2024 l’anno in cui verranno selezionati i nuovi concessionari degli stabilimenti balneari italiani.

La palla, in vista della scadenza delle concessioni il 31 dicembre, passa infatti ai Comuni, ma questi possono usufruire di un altro anno di slittamento.

Grazie al decreto concorrenza Draghi, infatti, le amministrazioni comunali possono differire la data di scadenza delle concessioni attualmente in essere per “oggettive difficoltà”.

In pratica, nel 2024 non cambierà nulla e i nuovi concessionari dovrebbero essere selezionati per la stagione del 2025.

Ma come funzionano le concessioni balneari?

Le concessioni sono regolamentate da una direttiva europea (la famosa Bolkestein), che punta a stimolare la concorrenza e aprire il mercato nell’UE.

Per queste, l’Unione ha previsto l’apertura di bandi pubblici, trasparenti e competitivi, ai quali possono partecipare diverse aziende, anche appartenente ad altri stati dell’UE.

In Italia, dal 2006 ad oggi, la direttiva è stata disapplicata e prorogata numerose volte.

In poche parole, il mercato non è mai stato liberalizzato e le concessioni si sono rinnovate di anno in anno automaticamente, senza l’apertura di alcuna asta.

Ma quanto ci costa mantenere la situazione attuale?

Se andiamo a vedere le cifre, un bel po’, in termini di:

  • 💸 Mancato gettito fiscale: le concessioni demaniali marittime in Italia ammontano a 29.689 (di cui 6.823 stabilimenti balneari). Da tutte queste lo Stato italiano incassa solamente €115 milioni (pochi spicci)

  •  Multe per procedure d’infrazione: la Commissione europea ha recentemente emesso un parere motivato contro l’Italia proprio per violazione della direttiva Bolkestein, a cui potrebbe far seguito una multa parecchio salata

Insomma, appare chiaro che l’UE stia spingendo da una parte (quella della liberalizzazione), mentre l’Italia stia facendo di tutto per prendere tempo (lasciando però sul tavolo un sacco di soldi)…

A questo punto, forse è lecito chiedersi se sarà veramente il 2025 l’anno della svolta, oppure se questa situazione è destinata a non cambiare più.

E tu sei favorevole alla liberalizzazione delle concessioni balneari?

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ESTERI
🌍 È fallito un altro stato Africano!

L'Etiopia, il secondo stato più popoloso dell'Africa, ha recentemente dichiarato default dopo non aver pagato la cedola da $33 milioni sul suo titolo di stato.

Il pagamento sull’obbligazione da $1 miliardo, atteso in primis l’11 dicembre, poteva essere rimandato di 14 giorni senza conseguenze…

…ma anche la seconda scadenza è arrivata, e il Governo di Addis Abeba non ha rispettato i proprio obblighi.

E quindi, ecco il default, che rende l’Etiopia il terzo stato africano a saltare a gambe all’aria nel giro di pochi anni.

E ora che succede?

In rosso: l’Etiopia

In realtà, i possessori di titoli di stato etiopi avevano qualche preoccupazione già da un po’ di settimane, visto che ad inizio dicembre il Governo aveva già dichiarato l’intenzione di andare in default, con l’obiettivo di ristrutturare e rinegoziare il proprio debito.

Processo che però non sarà affatto facile, visto che, se i creditori bilaterali (ovvero i Governi di altri paesi che detengono titoli etiopi) sono disposti a rinegoziare i termini del debito, questo non sembra essere il caso per i creditori privati, che temono di subire perdite consistenti.

Ma come mai l’Etiopia è andata in default?

A mettere in crisi lo stato africano, dopo la forte crescita dei primi anni Duemila, ci hanno pensato principalmente:

  • 🦠 La pandemia da Covid19

  •  La guerra civile: in atto tra il 2020 e il 2022 nella regione settentrionale del Tigray, ha avuto un impatto devastante sul Paese sia a livello umanitario (si stimano addirittura 600.000 morti) che economico

In realtà, sono comunque un po’ di anni che lo stato africano non se la passa benissimo, con l’inflazione annua ad esempio che tra il 2012 e il 2022 è stata pari al 15%, per poi schizzare al 30% negli ultimi mesi…

Il tutto mentre le casse statali si svuotavano via via, fino ad arrivare al triste epilogo di martedì.

E l’Etiopia non è l’unico stato del continente ad aver dichiarato default:

Lo Zambia lo ha fatto nel novembre 2020, quando ha mancato il pagamento di $42,5 milioni in bond in valuta estera. L’economia del paese, fortemente dipendente dall'esportazione di rame, è stata colpita dal calo dei prezzi globali dei metalli causati dalla pandemia.

Al Ghana è invece toccato nel 2022, quando ha dichiarato insostenibile il proprio debito estero, pari a poco più di $28 miliardi.

Il problema è che si teme ora una spirale negativa che potrebbe mietere altre vittime. A causa dell’aumento generalizzato dei tassi, infatti, per un paese è sempre più costoso (e difficile) finanziarsi con il debito.

E questo è ancora più vero se parliamo di stati a basso reddito. Secondo le stime della World Bank, infatti, ben il 60% di questi sarebbe a serio rischio di insolvenza.

GLI ANGOLI

 🇩🇪 Germania: morto lo storico ex-ministro delle finanza (Ansa)

 🇮🇹 Tutti gli occhi puntati sull’ultimo CDM dell’anno (IlSole24Ore)

🇮🇱 Intel: $3,2 miliardi per il nuovo impianto in Israele (IlSole24Ore)

Spotify: è scontro aperto con il Governo Francese (TC)

💦 Le acque reflue per irrigare i campi italiani? (Wired)

🐋 Siamo riusciti a comunicare con le balene (Wired)

🤑 Abbott cerca un Marketing Finance Intern

✍️ Making Science cerca Junior Strategy Consultant

🆕 Illimity cerca Investor Relatoins Intern

💰️ Accor cerca Business Analyst

Il 28 dicembre 1895, al Grand Café di Parigi, si svolge la prima proiezione cinematografica commerciale al mondo, realizzata dai fratelli Lumière grazie al loro cinematografo.

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