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🇨🇳 Cina: L’economia frena ancora?
Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
🇨🇳 Cina: L’economia frena ancora?
🇮🇹 Italia: quanto vale l’economia non osservata?
ECONOMIA
🇨🇳 Cina: L’economia frena ancora?
Le stime della Banca Mondiale non lasciano spazi a dubbi: la crescita del Pil cinese continuerà a rallentare, dal 5,1% del 2023 al 4,4% nel 2024.
Come mai la Cina non corre più così veloce?
Una prima serie di motivi è legata al calo delle esportazioni, causato da fattori esterni come:
🌍 Il rallentamento della crescita mondiale
🛠 La ristrutturazione delle catene di approvvigionamento globali
💰 Dazi e restrizioni al commercio derivanti dalla guerra commerciale tra Cina e USA
Ci sono sicuramente anche fattori interni, legati ad un modello cinese di crescita che non funziona più, per:
🏘 La crisi del mercato immobiliare
🫰🏻 Il livello di debito sempre più alto
📉 Il calo della domanda interna
Andiamo ad analizzare i punti principali.
La Cina subisce il calo delle esportazioni
Il rallentamento della crescita economica mondiale (dal 3,1% previsto al 2,1% delle nuove stime), le politiche economiche restrittive delle principali banche centrali e la sempre più agguerrita guerra commerciale tra Usa e Cina stanno pesando (e non poco), sull’export di Pechino.
A luglio i dati delle dogane cinesi hanno registrato una flessione annua del valore delle esportazioni pari al -14,5% (-€281.8 miliardi), superiore al già negativo -12,4% di giugno e peggiore anche rispetto alle previsioni.
Per un paese che fa delle esportazioni una delle sue principali armi di crescita, il rallentamento della domanda globale è una pessima notizia.
Ma quest’ultima non sta calando solo per il rallentamento delle principali economie mondiali…
A ciò si aggiungono gli effetti di “De-Risking” e “De-Coupling”:
Se c’è una cosa che europei e statunitensi hanno imparato dalla crisi pandemica e dal conflitto russo-ucraino, è che non ci si può più permettere di dipendere totalmente da un uno o pochi soggetti per l’approvvigionamento di beni, servizi o materie prime strategiche.
Non c’è quindi da stupirsi se sia USA che UE nel 2023 hanno già ridotto le importazioni cinesi rispettivamente del -23,1% e del -20,6% rispetto al 2022.
In altre parole, l’architettura della globalizzazione (che fino a questo momento ha favorito l’economia cinese portandola ad essere “La Fabbrica del Mondo”) è in via di ridefinizione.
La crisi dell’attuale modello di crescita
Evergrande, il colosso immobiliare cinese in grave crisi
La crescita prodotta in passato con ingenti investimenti in infrastrutture e abitazioni ha lasciato in eredità aziende e governi locali pesantemente indebitati e un’offerta di case che supera nettamente la sua domanda, con conseguente crollo dei prezzi.
La Cina ha così perso il più potente driver di crescita economica: la fiducia dei suoi cittadini verso il futuro.
Non importa quanti soldi tu abbia o quanti te ne possano promettere, se pensi che il mondo domani possa essere un luogo peggiore tenderai a risparmiare piuttosto che spendere.
Non è un caso quindi, se mentre il resto del mondo sta sperimentando un periodo di alta inflazione, in Cina si osservi il problema opposto: i consumi interni sono deboli e i prezzi calano invece che crescere (l’indice dei prezzi al consumo ad agosto ha segnato -0,3%).
Il governo di Pechino sta cercando in tutti i modi di stimolare la domanda interna, ma la crisi di fiducia in atto dei cinesi li porta a risparmiare piuttosto che spendere.
Secondo la Banca Mondiale infatti, il tasso di risparmio ha toccato la quota record del 33%.
Per Xi Jinping sarà quindi fondamentale trovare nuovi driver di crescita che possano consentire alla Cina di superare i limiti di un modello che ha funzionato benissimo fino a qualche anno fa, ma che ora appare invece anacronistico.
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ECONOMIA
🇮🇹 Italia: quanto vale l’economia non osservata?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo dare un’occhiata al report recentemente pubblicato dall’Istat, il quale analizza il fenomeno nel periodo tra il 2018 e il 2021.
Nell’ultimo anno disponibile, il 2021, l’economia non “osservata” ha avuto un valore di ben €192 miliardi.
Ma cosa si intende con questa espressione?
L’economia “non osservata” è composta dalla somma di:
❌ Economia illegale (che vale €18 miliardi)
🌊 Economia sommersa (che vale €174 miliardi)
La prima include sia la vendita di beni e servizi la cui distribuzione o possesso sono appunto illegali, sia i redditi generati da attività legali gestite da operatori non autorizzati.
La seconda comprende invece il valore aggiunto volutamente occultato con comunicazioni errate di fatturato o costi, ma anche i guadagni generati con lavoro irregolare, mance e fitti in nero.
Ci sono una cattiva ed una buona notizia:
Partendo dalla prima, va sottolineato come il fenomeno dell’economia non osservata valga il 10,5% del Pil (che è tantissimo), e a preoccupare maggiormente sono:
💰 La sotto dichiarazione (ossia i redditi non dichiarati al fisco dalle imprese), che ha segnato un aumento di €11,7 miliardi (+14,6% rispetto al 2020)
👮🏻♀️ La crescita del valore aggiunto generato dal lavoro irregolare e dalle attività illegali, che hanno generato rispettivamente €5,7 miliardi e €0,9 miliardi
💉 L'aumento del contrabbando: il valore aggiunto associato al traffico di droga è aumentato, raggiungendo i €13,7 miliardi
📈 L’aumento della prostituzione: nel 2021, il valore aggiunto e i consumi finali in questo settore sono cresciuti rispettivamente dell’11,8% e del 12,3%, portandosi a €3,9 e a €4,5 miliardi.
La buona notizia riguarda invece l’economia sommersa, la cui incidenza sul Pil è in calo negli ultimi anni (nel 2014 aveva registrato il valore massimo, pari al 12%).
Secondo l’Istat, l’incidenza del sommerso al di sotto della soglia del 10% per due anni consecutivi (2020 e 2021)…
…“si innesta nel contesto di un lento ma continuo ridimensionamento del fenomeno, in atto negli ultimi anni.“
Certo, se andiamo a guardare bene i numeri ci accorgiamo che, è vero, la percentuale di economia sommersa sul Pil è rimasta invariata, ma in termini assoluti quest’ultima è aumentata di ben €16,5 miliardi tra 2020 e 2021.
Semplicemente, nello stesso periodo è aumentato proporzionalmente anche il Pil.
GLI ANGOLI
🇮🇹 Il mercato immobiliare italiano è crollato nel 2023? (Ansa)
🇵🇱 Polonia: svolta con Tusk, pronto per un governo “Europeo” (IlSole24Ore)
❌ Stack Overflow ha licenziato il 28% della forza lavoro(TC)
🏦 Goldman vuole uscire dalla partnership con Apple? (Wsj)
⚛️ Il nuovo programma del Cern per mettere l’informatica quantistica al centro del bene comune (Wired)
🦾 La protesi che si fonde con l’osso ed i nervi (Euronews)
🤑 Glovo cerca un Business Analyst Marketing & Growth
✍️ Facile.it cerca un Business Analyst Intern
🆕 TikTok cerca un Performance Specialist
💰️L’Oreal cerca un Operations Intern
Il 19 ottobre 1987, il Dow Jones Industrial Average registra la sua più grande perdita giornaliera, a causa di diversi eventi slegati tra loro tra cui le tensioni nella zona del Golfo Persico.
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