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💸 €30 miliardi per aiuti alle bollette

Buona Domenica!Oggi parliamo delle dichiarazioni di Giorgia Meloni e del nuovo 'Decreto Aiuti' che dovrebbe sbloccare 7 miliardi già dalla prossima settimana contro il caro-energia, ma anche dei massicci licenziamenti delle tech americane e del piano spagnolo per tassare gli extra-profitti delle banche.

Le storie di oggi1 - Il Governo libera €30 miliardi contro il caro bollette, di cui 7 miliardi subito2 - Licenziamenti e blocco delle assunzioni: cosa succede alle tech americane?3 - Spagna: tassare gli extra profitti delle banche per combattere il caro energia

Giorgia Meloni: liberate risorse per oltre €30 miliardi contro il caro bollette

€30 miliardi. Questo è sicuramente il numero di oggi.Nella giornata di venerdì abbiamo avuto il Consiglio dei Ministri (CDM) del nuovo Governo e le dichiarazioni di Giorgia Meloni nella successiva conferenza stampa sono state abbastanza chiare:

«Per il 2023 abbiamo fatto un scelta importante.

Nella Nadef (Nota di Aggiornamento al Documento dell'Economia e Finanza) abbiamo previsto un indebitamento netto (deficit) al 4,5% che poi va a calare fino al 3% nel 2025.

Questo ci consente di liberare €22-23 miliardi che intendiamo usare in via esclusiva per il caro energia.

In totale, con la Nadef individuiamo €30 miliardi per il caro energia fino al 2023».

«Nella prossima legge di Bilancio 2023 vogliamo dare dei segnali, ma tutto passerà dai €22 miliardi per l’energia, che recupereremo attraverso risparmi in altre pieghe del bilancio.

Riteniamo cioé di recuperare altre risorse facendo scelte politiche.

Vogliamo usare la legge bilancio per dare segnali. Intendiamo togliere risorse da cose che non hanno funzionato e dirottarle su altre»

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

Parole di chiare del (della?) Presidente del ConsiglioInsomma una Giorgia Meloni che ha dato segnali chiari.Di questi €30 miliardi, ben €9,5 miliardi dovrebbero arrivare da qui alla fine dell'anno, e di questi €7 dovrebbero essere parte del nuovo 'Decreto Aiuti' che dovrebbe trovare approvazione già la prossima settimana.Come ha dichiarato Meloni stessa ai microfoni, questi soldi non saranno tutti a debito, anzi.L'idea è quella di mantenere un indebitamento netto pari al 5,6% quest'anno, che scenderà al 4,5% nel 2023, al 3,7% nel 2024 e al 3% nel 2025 (percentuali ovviamente sempre calcolate sul PIL).La grande parte di questi miliardi arriverà però da recuperi in altre zone del bilancio pubblico, soprattutto «togliendo le cose che non hanno funzionato» (Reddito di Cittadinanza forse?)Parliamo del 'Decreto Aiuti': ecco tutto ciò che devi sapereIl 'Decreto Aiuti' si stima metta sul piatto tra i 5 e i 7 miliardi, principalmente indirizzati a famiglie e imprese come aiuto al caro bollette e all'arrivo dell'inverno. In particolare:

  • Conterrà una proroga fino a fine anno dei crediti d'imposta per le imprese energivore (che si dovevano esaurire a novembre);

  • Taglio delle accise sulla benzina, che per ora è in scadenza il 18 novembre;

  • Rafforzamento del bonus sociale*, che potrebbe addirittura essere sganciato dal dall'ISEE.

**Il bonus sociale elettrico è uno sconto sulla bolletta, previsto dal Governo e reso operativo dall'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), per assicurare un risparmio sulla spesa dell'energia alle famiglie in condizione di disagio economico e fisico.

Un approccio «prudente, realistico e sostenibile»A parlare in conferenza stampa anche il nostro Ministro dell'Economia e della Finanza, Giancarlo Giorgetti, che ha sottolineato come l'obiettivo di tutte queste manovre sia quello di mitigare gli effetti del caro energia sulle famiglie e sulle imprese.Giorgetti sottolinea come l'idea sia quella di mantenere un approccio prudente, realistico e sostenibile, perché se è vero che il prezzo del gas sta scendendo rispetto all'ultimo trimestre, bisogna tenere bene a mente che tutto questo può cambiare molto velocemente, vista la situazione macroeconomica.

FOCUS SUL PREZZO DEL GASÉ interessante osservare come rispetto ai massimi toccati ad agosto 2022 (picco del grafico), quando il prezzo del gas per megawattora toccavano i $349, la situazione sia tornata a livelli più sostenibili.Ad oggi, il TTF, ovvero il prezzo dell gas quotato alla borsa di Amsterdam, ci parla di $115 al megawattora, in ribasso del -67% rispetto ai massimi di agosto (ma comunque in netto rialzo rispetto ai $65 di fine 2021. 

Apertura anche alle trivellazioni?Il Consiglio dei Ministri ha previsto anche la possibilità di riprendere l'attività per alcune concessioni per la trivellazione di gas italiano.Secondo Giorgia Meloni questo servirà a mettere a disposizione, già da gennaio 2023, quantità di gas tra 1 e 2 miliardi di metri cubi, da destinare poi ad aziende energivore italiane a prezzi calmierati relativamente bassi.Obiettivo riduzione del debito pubblico?L'idea è poi anche quella di ridurre il peso del debito pubblico sul PIL, facendolo scendere dall'attuale 150,2% al 141,2% entro il 2025.Come dicevamo prima, il Governo stima un indebitamento netto per il prossimo anno al 4,5%, a scendere fino al 3% nel 2025, mentre per quanto riguarda la crescita del PIL, questa si attesterà quest’anno al +3,7%, un livello più alto rispetto al +3,3% indicato dal governo Draghi, grazie all’andamento migliore alle attese del terzo trimestre.Il prossimo anno invece la crescita del PIL sarà allo +0,6%, come da aspettative.Riduzione del debito che arriverà quindi un pochino dalle prospettive del PIL sopratutto nel 2024 e 2025, ma, probabilmente, anche dai benefici dell'inflazione.É importante infatti sottolineare come un'inflazione crescente come quella che stiamo vivendo sia a tutto beneficio dello Stato per quanto riguarda il debito pubblico.Questo perché indebitarsi in contesti inflazionistici è molto conveniente, in quanto i soldi che il debitore prende in prestito oggi, domani (quando li dovrà restituire) varranno meno, proprio a causa dell'inflazione.Questo vuol dire che quando l'inflazione è alta, è fisiologico che l'incidenza del debito pubblico sul PIL tenda a scendere.

Giancarlo Giorgetti, Ministro dell'Economia e delle Finanza

Detto ciò, anche Giorgetti ha sottolineato come bisognerà tenere monitorato proprio l'andamento del PIL, perché da tutte le parti del mondo (sia dalla FED americana che dalla BCE in Europa) arrivano annunci di una possibile recessione, ormai forse inevitabile.Qualora questa arrivasse, bisognerà tenere monitorato come l'economia italiana verrà impattata, e in questo caso il governo si dichiara flessibile nel voler rispondere ad eventuali difficoltà economiche nel Paese. 

Licenziamenti e blocco delle assunzioni: cosa succede alle tech americane?

Sembrava che niente potesse scalfirle, sembravano imbattibili. Anche le grandi aziende tecnologiche americane però, stanno ora vacillando di fronte alla sempre più vicina e temuta recessione. T

Recessione che spaventa oltre il 90% dei CEO americani, perché potrebbe durare molto di più ed essere molto più dura rispetto alle attese

Un primo segnale che indica pericolo è dato proprio dall’azione quasi unanime di un determinato numero di società tecnologiche a stelle e strisce che hanno annunciato licenziamenti e/o il congelamento delle assunzioni.

Amazon, Stripe, Lyft e Twitter sono tra coloro che hanno dato il via a queste spiacevoli danze, ma entro i prossimi sei mesi circa il 45% dei CEO statunitensi ordineranno medesimi provvedimenti.Stripe, la Fintech dei pagamenti

Uno dei tagli più pesanti è stato quello prodotto dalla fintech Stripe, che ha annunciato una riduzione di oltre il 14% delle sue risorse umane, più di 1.000 persone che perdono il posto di lavoro.

L'azienda Fintech dei pagamentiNata per semplificare pagamenti online e permettere ad aziende/privati di inviare e ricevere pagamenti su internet, Stripe è stata fondata dai fratelli Patrick e John Collison nel 2011 a San Francisco.La sua espansione è stata rapida e ad oggi conta uffici a Dublino, Londra, Parigi, Tokyo, Singapore e più di un milione di clienti in 120 Paesi.

Le ragioni di questo cambio (necessario) sono, a detta di Collison, i fattori ormai protagonisti di questi ultimi tempi: shock energetici, tassi di interesse più elevati, inflazione, calo degli investimenti e timore di una recessione globale.

“Il 2022 rappresenta l’inizio di un clima economico diverso. Per adattarci in modo appropriato al mondo verso cui siamo diretti, dobbiamo ridurre i nostri costi

Patrick Collison, CEO di Stripe

Anche Amazon è in difficoltà

Il mal tempo colpisce anche Amazon.Complice di una situazione globale non proprio felice, il calo della domanda da parte dei consumatori nei confronti della compagnia è chiaro.Questo ha portato ad una performance negativa nell’ultimo trimestre, evidenziata da una crescita dei ricavi del solo +15%, in calo rispetto al +37% di un anno fa.Discesa che si è vista anche nel deprezzamento delle azioni, che sono crollate del -20% dopo l'ultima trimestrale, causando un vero e proprio "ridimensionamento" del valore di mercato dell’azienda, che è tornato ai livelli del 2020.Per far fronte al futuro, il colosso ha corrisposto un taglio di 150 persone e un congelamento delle assunzioni aziendali.Lyft: la società di ridesharing

Per Lyft invece, la causa principale ricade sull’aumento dei costi assicurativi del rideshare, che stanno crescendo vertiginosamente.La società aveva già effettuato circa 60 licenziamenti a luglio e attuato un congelamento delle assunzioni negli USA a settembre, ma questo non è bastato. Qualche giorno fa, il Wall street Journal ha riferito che i co-fondatori hanno annunciato il licenziamento del 13% della forza lavoro, ben 700 dipendenti.

Lyft è un'impresa di trasporti statunitense che ha lo scopo di facilitare la condivisione di autovetture, collegando le persone che hanno bisogno di un passaggio in macchina con i guidatori proprietari di un’auto tramite l’utilizzo di una app.Le sue fondamenta vengono create nel luglio 2012 da Logan Green e John Zimmer a San Francisco, in California.Ora opera in oltre 200 città statunitensi ed è valutata $11 miliardi.

Twitter licenzia metà dei dipendentiMassicci licenziamenti anche per Twitter, da poco acquistata da Elon Musk.È passata una settimana ormai da quando il nuovo CEO ha completato l'operazione di acquisto di Twitter per $44 miliardi e, appena è sbarcato negli HQ del colosso americano, Musk ha cominciato a fare piazza pulita, licenziando senza battere ciglio alcune delle figure di spicco della società.

Tra i silurati ci sono quattro top manager, tra cui l’ex CEO Parag Agrawal, il Chief Financial Officer Ned Segal, il Responsabile degli Affari Legali e della Policy Vijaya Gadde e il General Counsel Sean Edgett.

Queste figure sono state solo l’inizio della grande operazione di 'pulizia' del miliardario  americano.Per tutta la settimana ai manager è stato ordinato di redigere liste di persone da licenziare, perché a sua detta l’azienda ha bisogno di guarire da un periodo finanziariamente complicato.A riprova di ciò, anche i dati sugli utili (in calo) dell'ultimo trimestre, che i top manager aziendali attribuiscono alla scarsa performance del settore pubblicitario.

Per ridurre i costi, gli elenchi dei futuri depennati sono particolarmente folti. Musk ha infatti deciso di eliminare circa il 50% dei dipendenti, pari a 3.700 persone su un totale di 7.500. I licenziamenti sono iniziati venerdì 4 novembre, in seguito alla mail arrivata giovedì sera ai dipendenti di Twitter.

“Nel tentativo di riportare Twitter su un percorso sano, Venerdì avvieremo un difficile processo di riduzione della nostra forza lavoro globale.

Sappiamo che ciò avrà un impatto su un certo numero di persone che hanno dato un prezioso contributo a Twitter, ma questa azione è purtroppo necessaria per garantire il successo dell’azienda in futuro’’

Estratto della mail arrivata ai dipendenti di Twitter

Colpo di scenaDopo l’invio dell'email, un gruppo dei dipendenti di Twitter colpiti dai licenziamenti ha presentato una class action al tribunale di San Francisco contro l'azienda di Elon Musk.

Gli (ex) dipendenti hanno accusano il colosso di non aver ricevuto il preavviso di 60 giorni stabilito dalla legge e di aver appreso del loro licenziamento solo nella giornata di Venerdì, quando hanno trovato i loro account lavorativi bloccati.

Musk, a sua discolpa, afferma di non aver avuto scelta e ha scritto sul social media che a tutti coloro che sono stati cacciati sono stati offerti tre mesi di stipendio come buona uscita, il 50% in più di quello che è richiesto dalla legge. 

"Sfortunatamente non c'è scelta quando un'azienda perde oltre $4 milioni di dollari al giorno"

Elon Musk, CEO di Twitter

Come verranno usati i "risparmi"?Con questa manovra Twitter sarà in grado anche di far fronte ad altre problematiche da non poco conto che ostacolano il social.Con i $400-500 milioni risparmiati, Twitter dovrebbe riuscire a generare (a regime) flussi di cassa per $1 miliardo di dollari, utili a ripagare il (gigantesco) debito da $13 miliardi utilizzato (da Musk) per acquistare la società, oltre che per coprire i buchi di dati dal calo delle vendite degli spazi pubblicitari.Gli inserzionisti, infatti, temono che le nuove regole che riguardano la condivisione di contenuti sulla piattaforma siano deleterie e possano portare ad un aumento di temi inappropriati.L’Oreal, Volkswagen e Carlsberg sono solo alcune delle società che hanno interrotto (temporaneamente) i loro investimenti pubblicitari sulla piattaforma.

La Spagna vuole contrastare la crisi energetica, ma vuole farlo a modo suo...

Come tutti sappiamo dall’inizio della guerra in Ucraina molte materie prime hanno visto il loro prezzo schizzare alle stelle, ma questo colpo si è visto soprattutto sui prezzi del gas e su quelli dell'energia.Ogni stato europeo, di conseguenza, sta pensando a soluzioni per far fronte a questa vera e propria crisi. La Spagna ha avuto un'idea particolare, che non tutti si aspettavano e che ha lasciato molti perplessi...

E allora di che si tratta?Il governo spagnolo, guidato dalla coalizione socialista con a capo Pedro Sánchez, ha pensato ad una misura della durata di approssimativamente due anni per finanziare le mosse contro la crisi energetica, applicando una tassa sugli extra-profitti delle banche.

Nello specifico, si tratta di un’imposta del 4,8% applicata sul reddito da interessi e da commissioni bancarie, ovvero i guadagni che provengono dagli interessi (ad esempio gli interessi che derivano dai mutui) e le commissioni bancarie in generale.

Questa misura, secondo il Governo, sarebbe in grado di raccogliere €3 miliardi, che verrebbero spesi proprio per attutire l’aumento dei prezzi dell’energia.La riforma colpirebbe circa 10 banche, tra cui le tre più grandi del paese: Banco Santander, BBVA e CaixaBank (che al loro interno contengono molte altre banche minori).

Non sono tutti d'accordo...Se è vero che le dirette interessate (le banche) hanno preferito astenersi dal rilasciare commenti, è anche vero che risulta abbastanza facile capire come la pensino a riguardo.Ad essere poco d'accordo poi è anche la BCE. La Banca Centrale Europa ha infatti avvertito che la decisione arrivata da Madrid:

  • potrebbe danneggiare i finanziatori e le banche in un modo tale da generare rischi sistemici per l'economia del Paese:

**Questa sua preoccupazione deriva dal fatto che la tassa potrebbe essere applicata a un'istituzione anche se fosse in perdita.Questo perché la tassa si applica sui redditi da interesse e commissioni, che quindi non tengono conto delle spese operative e degli accantonamenti per perdite su prestiti deteriorati (= i mutui che la banca ha concesso che difficilmente verranno ripagati).Il rischio è che certi istituti, soprattutto quelli minori, potrebbero andare in difficoltà e il loro capitale proprio potrebbe ridursi sotto i limiti imposti per la sicurezza degli istituti bancari.

  • sarebbe di difficile applicazione e monitoraggio nel caso pratico.

La BCE sostiene che "considerando tutte le diverse circostanze che possono causare un aumento dei prezzi nell'attuale contesto di aumenti dei tassi di interesse, inflazione o deterioramento dei premi di rischio, risulterebbe difficile differenziare se il prelievo temporaneo (la tassa) sarebbe effettivamente trasferito ai clienti o no"In parole povere, il rischio è che la tassa potrebbe tranquillamente essere poi trasferita sui clienti e sarebbe difficile per il Governo spagnolo monitorare questa cosa ed evitarla.

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