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🏡 Caro affitti: le mosse di Germania e Portogallo

INSIEME A:

Buongiorno! Questo è il Punto, i Beatles delle newsletter (o i Queen, vedete voi 😉).

Ecco cosa offre il menù di oggi:

  • 🏡 Caro affitti: cosa hanno fatto Germania e Portogallo?

  • 👑 Queen: vendono la loro musica per $1 miliardo?

Mercati: Le azioni sono balzate in alto questa settimana, con gli investitori che festeggiavano l'accordo per l'innalzamento del tetto del debito che stava per arrivare sulla scrivania di Biden, oltre che per un rapporto sui posti di lavoro statunitensi che mostrava un’economia ancora molto forte.

👑 Queen: vendono la loro musica per $1 miliardo?

Il mercato musicale è un settore ancora estremamente redditizio ed in crescita (+9% dal 2021 al 2022), dall’incredibile valore di $26,2 miliardi.

E proprio in questi giorni, si sta parlando della cessione di catalogo più costosa di sempre: qualcuno vuole comprare l’intero catalogo musicale dei Queen!

Ok, quali sono i dettagli dell’affare?

Come riportato da Music Business Worldwide, sembra che ci sia interesse da parte di Universal Music Group (assieme ad alcuni fondi d’investimento, per ora sconosciuti) a comprare l’intero catalogo dei Queen.

La discografia in questione, che comprende i diritti d’autore ed i master di tutte le opere realizzate dalla band, potrebbe costituire un nuovo record mondiale per il catalogo più costoso della storia: si parla di oltre $1 miliardo!

Ma perché spendere così tanto per dei diritti musicali?

Semplice, i soldi fanno i soldi.

Nonostante i Queen si siano sciolti di comune accordo nel 1985, ad oggi sono ancora al 48esimo posto degli artisti più ascoltati a livello globale su Spotify, con ben 47,7 milioni di ascoltatori mensili…

…e il brand Queen non accenna a perdere colpi.

Nel 2021, Queen Productions Ltd ha registrato £39,19 milioni di ricavi (di cui la maggior parte derivante da royalties).

Insomma, niente male dopo 40 anni di inattività!

Certo, a mantenere in hype la band ha contribuito anche l’uscita, nel 2018, del biopic Bohemian Rhapsody. Il film, oltre a riaccendere la passione di milioni di fan, ne ha avvicinati anche molti di nuovi. Non è un caso quindi, che in quell’anno fiscale il gruppo abbia chiuso con ricavi per £72,7 milioni!

I Queen non sarebbero certo i primi a vendere la propria musica…

Non è una cosa così rara, infatti, che un artista decida di vendere il proprio catalogo musicale. Recentemente (ad inizio 2023), la popstar canadese Justin Bieber ha venduto il suo a Hipgnosis per $200 milioni. Tanti soldi, certo, ma siamo ben lontani dal record di sempre.

Ad oggi, l’artista che ha guadagnato maggiormente dalla vendita dei diritti musicali è Bruce Springsteen, con Sony che ha dovuto sborsare quasi $500 milioni!

Dopo di lui (quasi a parimerito), Bob Dylan, con incassi che si avvicinano alla stessa cifra: quasi $300 milioni per il catalogo e circa $200 milioni per i suoi master.

Dopo di loro, con cifre inferiori, si aggiungono alla lista musicisti come Stevie Nicks, Motley Crue, Journey, Paul Simon e David Crosby.

Quest’ultimo (venuto purtroppo a mancare a gennaio di quest’anno), aveva spiegato chiaramente il motivo della scelta:

Non posso lavorare, lo streaming mi sta rubando i soldi. Ho un mutuo e una famiglia da sostenere e questa è la mia unica opzione. Sono sicuro che anche per gli altri artisti sia lo stesso"

David Crosby, chitarrista e cantautore statunitense

Questa edizione è in collaborazione con

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🏡 Caro affitti: le mosse di Germania e Portogallo

Affittare una stanza nelle grandi città italiane è diventato sempre più costoso (ne abbiamo parlato anche in uno scorso post) e questa situazione ha portato molti studenti a manifestare contro le istituzioni, affinché si trovi una soluzione.

Scenari del genere si sono manifestati anche in Germania e Portogallo… ma quali sono le misure che sono state adottate nei due paesi? (magari possono fornire spunti utili anche a noi).

B come Berlino…? No, B come Blocco dei prezzi

Nella capitale tedesca il prezzo degli immobili è letteralmente lievitato nel tempo: dal 2004 ad oggi c’è stato un incremento pari al 120%, come riportato dal Berliner Morningpost.

Ma cosa ha causato questo aumento spropositato?

In breve, buona parte della responsabilità può essere attribuita dalle dieci più importanti società immobiliari del paese. Quest’ultime, oltre a concentrare un gran numero di proprietà nelle loro mani, hanno spesso mantenuto sfitte molte abitazioni, con l’obiettivo di far crescere i prezzi.

Il tutto ha causato un allontanamento dei cittadini in quartieri sempre più lontani dal centro città (con l’80% di loro che non possiede casa di proprietà), alla ricerca di prezzi più accessibili.

A dare una svolta alla situazione ci ha pensato l’amministrazione berlinese

Nel 2020 è stato infatti introdotto il blocco dell’aumento degli affitti (per i successivi 5 anni). Gli affittuari, tra gli altri benefici, hanno avuto il diritto di fare ricorso contro i proprietari furbetti che chiedevano più denaro del tetto limite stabilito.

Ovviamente, le compagnie immobiliari non sono state con le mani in mano e hanno subito fatto ricorso, con la Corte Costituzionale che ha dato loro ragione (secondo la legge tedesca, l’unica autorità che può intervenire sulle politiche immobiliari è il governo federale).

Non arrendendosi, Berlino ha indetto poco dopo un referendum per chiedere l’esproprio di 200mila alloggi di proprietà delle società citate in giudizio.

Le votazioni si sono concluse con un buon 60% a favore della proposta e, seppur non vincolante, si è aperta la possibilità di nuove negoziazioni tra amministrazione e locatori.

Anche i nostri amici lusitani hanno avuto gli stessi problemi…

In Portogallo, i rincari non si sono originati solo per mano dello strapotere delle big immobiliari, ma anche per via del fenomeno degli affitti turistici brevi (il cosiddetto modello Airbnb).

Quest’ultimi hanno reso più conveniente (e remunerativo) affittare per brevi periodi a turisti stranieri, piuttosto che farlo per lunghi periodi agli abitanti del posto.

Inutile dire che il fenomeno ha portato numerosi contratti di locazione a non essere rinnovati, oltre che a molteplici sfratti...

Finché, il 30 marzo 2023, il governo portoghese ha deciso di agire con forza, prendendo in custodia tutti gli immobili sfitti da almeno due anni (400mila secondo l’istituto nazionale di statistica portoghese), riallocandoli sul mercato a prezzi vantaggiosi e non trattabili.

Il tutto accompagnato dal divieto di concedere nuove licenze per adoperare affitti brevi turistici.

Il fenomeno della Airbnb-inizzazione delle città in una vignetta del The Guardian

E In Italia?

Mentre al Governo si discute sulla stretta agli affitti turistici brevi,
Dario Nardella ha deciso di passare direttamente ai fatti.

Il Sindaco di Firenze ha infatti deciso di vietare l’utilizzo di abitazioni residenziali in tutta l’area Unesco del centro storico per gli affitti brevi.

Inoltre, per aiutare i proprietari che vogliono tornare a fare locazioni di lungo periodo, si è previsto l’azzeramento dell’IMU sulla seconda casa per tre anni (un risparmio non indifferente, dato che la media pagata per gli appartamenti in centro si aggira attorno ai €2.000 l’anno).

Se noi non proviamo a fare azioni politicamente dirompenti, nessuno si darà una mossa: siamo stanchi di annunci, il problema è diventato strutturale".

Dario Nardella, sindaco di Firenze

Il problema è sempre quello: dovrebbe lo Stato intervenire per risolvere questi “fallimenti di mercato” o dovremmo lasciare libera concorrenza?

Angolo Politico 💬 

🇮🇹 Maternità surrogata: è reato universale (Ansa)

🇺🇸 USA: trovato accordo sul debito ed evitato default (IlSole24Ore)

Angolo Cripto ⛓️ 

😔 Il milionario founder di ONFO è stato ritrovato morto (CT)

🏎️ Sui network: partner da $150 milioni con Redbull (CT)

Angolo Tech & Startup 💡

❌ Nikola: rischia il delisting dal Nasdaq (TC)

🤖 OpenAI: l’app IOS disponibile in 32 paesi (TC)

🌊 La situazione delle acque di balneazione in Emilia Romagna è buona (Wired)

🚎 Germania: successo per l’abbonamento trasporti a €49 (Wired)

Oggi nella storia? Il 4 giugno 1989, le truppe cinesi irrompono in Piazza Tienanmen a Pechino, uccidendo e arrestando migliaia di manifestanti pro-democrazia.

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