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🧊 C'è un tesoro da trilioni di dollari sotto i ghiacciai dell'Artico

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!

Il menù di oggi è offerto da iliad:

  • 🧊 C'è un tesoro da trilioni di dollari sotto i ghiacciai dell'Artico

  • 💸 Fine di un'era: il dollaro perde il trono mondiale

IN COLLABORAZIONE CON iliad

😱 Sostenibilità vera o solo parole? iliad fa la differenza

Sai cosa significa crescere davvero?

Non è solo aumentare i clienti o i ricavi, ma anche assumersi responsabilità sempre più grandi verso la società e il Pianeta.

iliad lo sa bene: dal suo arrivo in Italia nel 2018, hanno costruito le basi per un business davvero sostenibile, lavorando su tre fronti:

  • 🌍 Ambiente: Riducendo l'impatto del proprio servizio (Capitolo 4, Report 2024)

  • 👥 Società: mettendo gli utenti al centro (Capitolo 3, Report 2024) 

  • 💼 Persone: investendo in un futuro più equo e connesso (Capitolo 5, Report 2024) 

E ora? Hanno appena pubblicato il loro secondo report di sostenibilità, per condividere con trasparenza tutti i passi compiuti.

Perché la sostenibilità è un viaggio continuo che richiede impegno, visione e azioni concrete...ed è proprio questo l'approccio di iliad!

Vuoi scoprire dove stanno andando?

GEOPOLITICA

🧊 C'è un tesoro da trilioni di dollari sotto i ghiacciai dell'Artico

Il 27 agosto 2007, alle 13:45, l’esploratore russo Artur Chilingarov compì un gesto simbolico, ma potentissimo: a 4.300 metri di profondità sotto la calotta artica, piantò una bandiera russa sul fondale marino, in un punto mai raggiunto prima da esseri umani. Un’azione durata tre minuti, ma capace di scuotere il mondo.

Le immagini fecero il giro del pianeta, scatenando reazioni immediate. Il messaggio era chiaro: la Russia aveva appena rivendicato un’area artica potenzialmente ricchissima, aprendo una partita geopolitica dal valore di trilioni di dollari.

Quella bandiera sul fondale artico generò un effetto domino

Da quel momento, l’Artico divenne teatro di una corsa militare senza precedenti. La Russia guidò la corsa, trasformando la regione in un pilastro strategico della sua politica estera:

  • 🏗️ Riaprì decine di basi militari sovietiche lungo 24.000 km di costa artica

  • 🚢 Costruì la più grande flotta di rompighiaccio al mondo: 40 navi, di cui 7 a propulsione nucleare

  • ⚓ Istituì il Comando Unificato Strategico della Flotta del Nord, interamente dedicato all’Artico

All’inizio Washington reagì con prudenza e si limitò a risposte diplomatiche

Ma con Donald Trump al potere (al suo primo mandato), gli USA iniziarono a cambiare strategia:

  • 🎯 Avviando “Trident Juncture”, la più grande esercitazione NATO degli ultimi decenni svoltasi proprio sul Mar Baltico

  • ✈️ Inviando i primi F-35 in Alaska

  • 🌊 Effettuando un’entrata provocatoria nel Mare di Barents nel 2020

Il messaggio era chiaro: se la Russia voleva dominare l’Artico, avrebbe dovuto vedersela con tutta la NATO.

E la Cina non è certo rimasta a guardare

Il vero colpo di scena arrivò quando, nel 2015, la Cina, che, pur trovandosi a 1.400 km dal Circolo Polare, si definì “Stato quasi artico”, avviando un piano d’influenza strategica nella regione con:

  • 🔬 Stazioni di ricerca 

  • 💰 Investimenti in Islanda e Groenlandia

  • 🚢 Sviluppo di una propria flotta di rompighiaccio

  • 🛤️ Lancio della "Via della Seta Polare"

Ma perché tutti i potenti del mondo sono improvvisamente interessati a quello che fino a vent’anni da era considerato un inutile deserto ghiacciato?

Secondo l'U.S. Geological Survey, sotto i ghiacci dell'Artico si nasconde:

  • 🛢️ Il 13% di tutto il petrolio non ancora scoperto del pianeta

  • ⛽ Il 30% del gas naturale non ancora scoperto

  • 🔬 Enormi giacimenti di terre rare (il vero petrolio del XXI secolo)

Parliamo di risorse sufficienti per soddisfare il fabbisogno energetico mondiale per 10 anni… Mica poco!

E l’Artico, oltre ad avere questo tesoro nascosto, rappresenta un vantaggio strategico per il commercio internazionale

Pensate che per spedire un container da Rotterdam a Tokyo oggi:

  • 🌍 Rotta tradizionale (via Suez): 20.600 km, 33 giorni di viaggio

  • ❄️ Rotta Marittima del Nord: 12.800 km, 20 giorni di viaggio

Parliamo di centinaia di migliaia di dollari di risparmio per ogni singola nave, oltre a creare un'alternativa al canale di Suez che può rappresentare un collo di bottiglia enorme.

Il problema è che anche su questo punto Russia e USA hanno posizioni inconciliabili

🇷🇺 Visione russa (con l’avvallo cinese):

  • La Rotta Marittima del Nord costeggia territorio russo

  • Sono "acque interne" del Cremlino

  • Chiunque deve chiedere permesso, pagare tasse e sottostare alle regole di Mosca

🇺🇸 Visione americana:

  • Le rotte artiche sono "stretti internazionali"

  • Deve prevalere il principio della libertà di navigazione

  • Nessun paese può controllare unilateralmente queste rotte

Il paradosso è che tutte e due (o meglio tre, considerando la Cina) le potenze hanno bisogno reciprocamente ma non si fidano.

E la situazione è peggiorata drasticamente con lo scoppio della guerra in Ucraina

Il risultato è una vera militarizzazione dell'Artico fatta di:

  • 🚢 Sottomarini nucleari russi nascosti sotto i ghiacci per mesi

  • 🎖️ Esercitazioni NATO sempre più frequenti e aggressive

  • 📡 Sistemi di sorveglianza e difesa aerea che trasformano l'Artico in una polveriera

Insomma, oggi l'Artico rappresenta la nuova grande partita tra superpotenze che può rappresentare un'enorme opportunità, ma rischia anche di trasformarsi in una polveriera militare dove anche solo un errore può scatenare una crisi incontrollabile.

Vuoi approfondire questo argomento? Non puoi perderti il nostro ultimo video YouTube sull'Artico per scoprire tutti i dettagli di questa nuova Guerra Fredda tra le superpotenze 👇️ 

ENERGIA

⚡ L'Italia ha davvero le bollette più care d'Europa?

Da mesi è in corso un acceso dibattito sui costi dell'energia nel nostro Paese.

Da una parte c’è chi sostiene che l'Italia abbia le bollette più care d'Europa. Dall'altra chi replica che il governo è intervenuto stanziando €60 miliardi contro il caro bollette, riducendo in parte l’impatto sulle tasche dei cittadini.

Ma come stanno davvero le cose? I dati Eurostat del secondo semestre 2024 ci aiutano a fare chiarezza...

Sul fronte elettricità non siamo messi male come sembra

Partiamo dall'elettricità per le famiglie, considerando i consumatori con un consumo annuo tra 2.500 e 5.000 kWh.

Nel secondo semestre del 2024, l’Italia si è classificata al sesto posto in Europa per il costo dell’elettricità domestica, con un prezzo medio di 32,35 centesimi per kWh (corretto in base al potere d’acquisto).

Una posizione alta, ma non da primato europeo. I paesi con le bollette più salate per l’elettricità sono:

  • 🇨🇿 Repubblica Ceca

  • 🇨🇾 Cipro

  • 🇩🇪 Germania

Ma per il gas la situazione cambia…

La situazione peggiora quando si parla di gas, soprattutto perché molte famiglie italiane lo usano per riscaldamento e cucina.

Nel secondo semestre 2024, il prezzo del gas per le famiglie italiane è stato il secondo più alto dell'UE, con 16,49 centesimi al kWh (a parità di potere d’acquisto).

Solo il Portogallo ha fatto peggio. La classifica dei peggiori:

  • 🇵🇹 Portogallo

  • 🇮🇹 Italia

  • 🇸🇪 Svezia

E lato imprese come siamo messi?

Quando si parla di aziende, il quadro cambia notevolmente.

Per l’elettricità, le imprese italiane pagano ancora abbastanza: ottavo posto in Europa, con un prezzo medio di 27,45 centesimi per kWh.

  • 🇭🇺 Ungheria

  • 🇭🇷 Croazia

  • 🇵🇱 Polonia

In compenso, sul fronte gas, le imprese italiane stanno molto meglio: l’Italia è diciottesima su 27 paesi, con un costo medio di 6,46 centesimi per kWh. Quindi, in questo caso, sotto la media UE (di 7,36 centesimi per kWh).

Ma perché l’energia in Italia costa così tanto?

Sui costi energetici di famiglie e imprese italiane pesano principalmente due fattori:

  • 📈 Le tasse: siamo secondi in Europa per tassazione sull'energia alle imprese (che pesano per il 27,5% del costo finale vs media UE a 16,6%)

  • 📊 La dipendenza dal gas: produciamo il 59% dell'elettricità da fonti fossili (perlopiù gas). Al contrario, paesi come Spagna e Francia si affidano maggiormente a fonti rinnovabili o nucleare.

    E nel mercato europeo dell'energia, il prezzo viene fissato dalla fonte più costosa necessaria per soddisfare la domanda. Quando un paese dipende molto dal gas come l'Italia, il prezzo del gas finisce per "contagiare" anche l'energia prodotta da fonti più economiche come sole e vento.

    Il risultato è che in Italia il 90% del prezzo dell'energia dipende dal costo del gas, la percentuale più alta d'Europa.

Ma quindi l’Italia ha davvero le bollette più care d’Europa?

La risposta è: dipende.

  • Per le famiglie, siamo effettivamente tra i paesi dove l'energia costa di più, soprattutto per il gas

  • Per le imprese, la situazione è più bilanciata: costi elevati per l'elettricità, ma più contenuti per il gas

Insomma, dire che l’Italia ha le bollette più care d’Europa è un’esagerazione, ma è vero che paghiamo più di molti altri paesi, soprattutto a fronte del nostro potere d’acquisto.

E questo, al di là delle polemiche politiche, rimane un problema reale per milioni di italiani...

Secondo te, qual è la priorità per ridurre i costi dell'energia in Italia?

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