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🤔 BRICS: cosa sta succedendo?
Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter dei veri campioni.
Ecco cosa offre il menù di oggi:
🤔 BRICS: cosa sta succedendo?
💧 L’acqua di Fukushima in mare, e la Cina…
Mercati: Gli investitori hanno tirato il fiato in questi giorni dopo le parole di Jerome Powell al suo annuale discorso al raduno dei banchieri centrali di Jackson Hole. Il messaggio è chiaro: se serve alzeremo i tassi visto che l’inflazione è ancora alta. Ma allora perché i mercati hanno reagito bene? Perché l’inflazione effettivamente sta rallentando e quello di Powell sembra un sorta di bluff.
🤔 BRICS: cosa sta succedendo?
Secondo quanto emerso dalla conferenza stampa del 15° summit, tenutosi dal 22 al 24 agosto in Sudafrica, a partire dal 1° gennaio 2024 i paesi BRICS si allargheranno, fino ad arrivare a 11 membri…
Ok, ma prima, chi sono i BRICS?
In breve, la formazione originale dei BRIC si riunì la prima volta nel 2009, dando vita ad un collettivo di paesi emergenti che insieme potessero competere a livello globale.
Questi erano:
Brasile 🇧🇷
Russia 🇷🇺
India 🇮🇳
Cina 🇨🇳
Successivamente, nel 2010 il Sudafrica entrò a far parte del gruppo (aggiungendo la S alla fine) poiché, senza troppi giri di parole, non poteva non esserci uno stato africano nel gruppo dei paesi emergenti.
Oggi, come ha ricordato durante la conferenza il Presidente Sudafricano Cyril Ramaphosa, i BRICS sono un gruppo eterogeneo di nazioni che hanno punti di vista diversi ma una visione condivisa per un mondo migliore e non più unipolare (cioè, in questo caso, comandato economicamente dai Paesi del G7).
Arriviamo quindi all’espansione:
Se attualmente i paesi membri sono quindi cinque, a partire dal prossimo anno questo numero è destinato ad aumentare.
Come ha annunciato Ramaphosa nella conferenza stampa, i BRICS si allargheranno infatti fino ad arrivare a 11 paesi membri.
Si aggiungeranno:
🇸🇦 Arabia Saudita
🇦🇷 Argentina
🇪🇬 Egitto
🇦🇪 Emirati Arabi Uniti
🇪🇹 Etiopia
🇮🇷 Iran
Pensa che, secondo le parole dell’ambasciatore Sudafricano Anil Sooklal, all’inizio del Summit si parlava di ben 22 paesi interessati che avevano formalmente chiesto di entrare a far parte dell’organizzazione.
Proprio per questo motivo, il Presidente brasiliano Lula da Silva ha già annunciato che alla prima fase di ampliamenti ne seguirà una seconda!
Brics vs G7
Ad oggi, i BRICS sono significativamente meno potenti rispetto ai paesi del G7 (composto da Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti): insieme producono il 26% del PIL mondiale, contro il 43% dei secondi.
La Cina, da sola, produce il 70% del totale BRICS ma un discorso simile vale per il G7, con gli USA che producono il 58% del suo PIL totale.
Con l’espansione, i BRICS aumenterebbero la loro quota arrivando al 36% del PIL mondiale, raggruppando il 47% della popolazione globale…
Insomma, una bella crescita!
E poi c’è la de-dollarizzazione…
Oltre all’espansione è stata infatti riproposta l’idea di introdurre una moneta unica per i paesi membri da parte del Presidente brasiliano Lula da Silva.
I motivi principali?
🤝 Agevolare gli scambi tra i paesi del gruppo
📉 Ridurre la potenza del dollaro
Anche per Putin, la de-dollarizzazione è un cambiamento necessario, tanto che lo definisce un processo che sta già prendendo piede in modo irreversibile: negli scambi commerciali tra i cinque Paesi BRICS nel corso del 2022, infatti, l’uso del dollaro è stato pari solamente al 28,7%.
Chi si dice contro o poco fiducioso di questa manovra, invece, lo fa per due motivi:
Tra i paesi membri l’unica valuta abbastanza forte da poter competere contro l’Euro ed il Dollaro è lo Yuan cinese (la terza valuta più importante al mondo)
Creare una nuova valuta comune è difficile, soprattutto quando lo si vuole fare tra paesi molto differenti ed eterogenei come i membri del BRICS
💧 L’acqua di Fukushima in mare, e la Cina…
Una quantità d’acqua non trascurabile, pari a 1,3 milioni di tonnellate, sta iniziando ad essere versata nell’Oceano Pacifico.
E non si tratta di semplice H2O, ma di acque reflue con sostanze radioattive (siamo sicuri? Ora ci arriviamo).
Tutto questo sta succedendo in Giappone, dove, giovedì 24 agosto, come da copione, è iniziata la dispersione dell’acqua “contaminata’’ accumulata nell’ex centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, dopo lo spaventoso incidente causato dal terremoto e dal conseguente tsunami nel 2011.
Le acque da scaricare sono contenute in oltre 1.000 serbatoi di acciaio, i quali hanno però quasi raggiunto la loro capienza e, secondo la Tokyo Electric Power Company (azienda energetica che gestisce la centrale), devono essere svuotati al più presto.
Si tratta veramente di “acqua radioattiva”?
No.
L’operazione in questione è totalmente legale e autorizzata sia dal governo nipponico che dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica( AIEA).
Il motivo? Gli scarti radioattivi presenti nei liquidi hanno una concentrazione inferiore ai 1.500 becquerel per litro, contro una soglia massima per la sicurezza pari a 10.000 becquerel per litro.
Insomma, non c’è niente di cui preoccuparsi.
Nonostante le approfondite analisi e le prove inconfutabili sul fatto che l’acqua non arrecherà nessun tipo di danno, questa decisione non è stata vista di buon grado dai pescatori del posto e, soprattutto, dalla Cina…
Cina: a noi non importa…
La nazione di Xi Jinping è stata sempre contraria al piano di diluizione dell’acqua di Fukushima nel pacifico, fin dal momento in cui, nel 2011, è stato annunciato.
Per questo motivo, quando l’operazione è stata avviata, il ministero degli esteri cinese ha diffuso un comunicato nel quale criticava aspramente il Giappone di seguire i propri interessi infischiandosene dei cittadini giapponesi e causando ulteriori danni ai pescatori che si erano appena ripresi dal disastro.
A seguito della dichiarazioni, inoltre, le autorità doganali hanno bloccato con effetto immediato le importazioni di pesce e di altri prodotti acquatici provenienti dal Giappone.
‘‘Il governo giapponese non dovrebbe causare danni secondari alle persone della regione e al resto del mondo per i propri interessi particolari’’.
E non parliamo di una mossa da poco…
La Cina, prima del blocco, era il primo paese importatore di prodotti ittici dal Giappone, per oltre un miliardo di dollari ogni anno.
Molti scienziati hanno fatto notare però che sia la centrale nucleare di Fuqing (che si affaccia sullo stretto di Taiwan) che quella sudcoreana di Kori (situata a Busan) disperdono sistematicamente nell’oceano il triplo del trizio (cioè il principale elemento radioattivo che ha scatenato la polemica tra i due Stati) ogni anno rispetto a quanto viene diluito da Fukushima attualmente.
E questo fa pensare che la decisione cinese sia molto più orientata a mettere i bastoni tra le ruote all’economia giapponese piuttosto che a salvaguardare i propri cittadini.
«c’è una differenza fondamentale tra l’acqua entrata in contatto con noccioli di reattori fusi nel disastro di Fukushima e l’acqua dispersa dalle centrali nucleari nella loro normale attività.».
Di contro, il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha invitato il Paese del Dragone a togliere il divieto alle importazioni, invitandola ad essere più chiara dal punto di vista scientifico.
Angolo Politico 💬
🇺🇸 Powell: se necessario alzeremo ancora i tassi (Ansa)
❌ INPS: stop al reddito per 33.000 famiglie (Ansa)
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📄 IRS: la bozza per la regolamentazione degli scambi di Crypto (CT)
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🧱 È arrivato il Lego Braille (Wired)
📱 Apple appoggia il diritto di riparazione (Wired)
Oggi nella storia? Il 27 agosto 1883, il vulcano Krakatoa, situato su una piccola isola disabitata tra Sumatra e Giava, eruttò. L’esplosione fu udita fino a 3.000 miglia di distanza e causò la morte di circa 36.000 persone.
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