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🥇 Bitcoin è il nuovo oro digitale?
Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Ecco cosa offre il menù di oggi:
🥇 Bitcoin è il nuovo oro digitale?
👗 Shein è di nuovo nei guai
FINANZA E MERCATI (con Plan ₿ Forum)
🥇 Bitcoin è il nuovo oro digitale?
Da oramai qualche anno a questa parte, il mondo della finanza sta assistendo a un fenomeno che ha fatto parecchio parlare di sé: Bitcoin.
La cryptovaluta per eccellenza è nata nel lontano 2008, all’ombra della grande crisi finanziaria americana, come forma di pagamento “senza intermediari” e come alternativa al mondo finanziario tradizionale.
Nel tempo, Bitcoin ha affrontato parecchi alti e bassi, che da una parte l’hanno incoronato come “l’asset più performante del decennio”, ma che dall’altra l’hanno anche reso noto per la sua enorme volatilità, con giornate in cui Bitcoin segnava +10% e giornate in cui segnava -30%…
E queste due facce della stessa medaglia le si notano molto bene osservando anche solo il grafico del suo andamento negli ultimi 10 anni:
C’è però una terza faccia di questa medaglia…
Secondo molti, infatti, Bitcoin non è un asset come un altro, ma è la versione moderna (e digitale) dell’oro, che è sempre stato storicamente il re degli asset “riserve di valore”, ovvero di quegli asset su cui investire per tutelarsi da momenti poco prosperi dei mercati finanziari.
Ma perché secondo molti Bitcoin è il nuovo oro digitale? Perché paragonarli?
Il motivo riguarda alcune apparenti somiglianze interessanti tra questi due asset:
📊 Sono entrambi scarsi: come l'oro, Bitcoin è una risorsa limitata. Nel mondo ci saranno solo 21 milioni di Bitcoin, non di più
🔒 Sono entrambi durevoli: così come l'oro non si corrode, Bitcoin non si può "rompere" (essendo digitale, può esistere per sempre senza deteriorarsi).
🔢 Sono entrambi divisibili: così come si possono avere anche solo dei grammi di oro, si possono avere anche frazioni minuscole di Bitcoin
🌍 Sono entrambi trasferibili: Bitcoin può essere inviato ovunque nel mondo in pochi minuti, superando le barriere geografiche e burocratiche.
Tutte queste somiglianze hanno portato molti a vedere Bitcoin come una moderna riserva di valore (aka l’oro digitale), ma…
Non è tutto oro quel che luccica…
Nonostante le similitudini e le performance impressionanti, Bitcoin presenta alcune differenze cruciali rispetto all'oro:
📈 Bitcoin è molto volatile: il prezzo di Bitcoin è notoriamente “instabile”, per cui può guadagnare o perdere il 10% del suo valore in un solo giorno, cosa impensabile per l'oro
🏭 Bitcoin è “solo” digitale: l'oro d’altro canto ha applicazioni pratiche e industriali, in settori come l’elettronica o la gioielleria
💻 Bitcoin ha una “dipendenza tecnologica”: richiede un'infrastruttura tecnologica per funzionare, fatta di server, di schede grafiche, di computer, di elettricità e di internet (anche l’oro però ha una dipendenza legata all’industria mineraria)
Al netto di questo, molti sostenitori di Bitcoin lo vedono quindi come una versione moderna dell’oro e guardano alla tesi “Bitcoin = oro digitale” per definire quelle che per loro sono le potenzialità di questo asset, che sulla base proprio delle similitudini con l’oro potrebbe crescere ancora parecchio di valore.
C’è però chi non crede assolutamente a questa tesi…
Di ragionamenti come questi se ne potrebbero fare molti e il rischio è che ci si faccia prendere dalla voglia di investire perché “sembra che questa tesi abbia senso, sicuramente triplicherà di valore”.
La realtà è ben diversa e anche tra i sostenitori di Bitcoin c’è chi lo vede come un mezzo di pagamento più che una riserva di valore (e quindi il paragone con la capitalizzazione dell’oro perde di qualsiasi significato).
Chi non condivide la tesi che “Bitcoin è l’oro digitale”, sottolinea soprattutto che Bitcoin è un asset moooolto volatile (e quindi rischioso) e che “è in giro da troppo poco tempo” perché questi ragionamenti possano reggere.
C’è poi chi invece sostiene semplicemente che Bitcoin (e le crypto in generale) non sono altro che investimenti molto rischiosi e “basati sul niente”, dove si rischia semplicemente di perdere soldi.
Il mondo che sta dietro a Bitcoin però è molto più di “quanti soldi posso guadagnare se ci investo”
Bitcoin è infatti IL rappresentante della blockchain, che è una tecnologia che ha grandi potenzialità e applicazioni concrete OLTRE alle crypto.
In generale, che questo mondo lo si ami o lo si odi, che si creda in questa “visione del futuro” o che la si reputi solo una grandissima bolla, è innegabile che Bitcoin rappresenti per certi versi una rivoluzione che ha messo in discussione i soldi e la finanza per come li conosciamo.
E come tutte le rivoluzioni, che le si condivida o meno, il modo migliore per affrontarle è essere curiosi, provare a conoscerle e capire come funzionano.
E quale modo migliore di farlo se non informandosi e ascoltando le parole di chi questo mondo lo sta costruendo?
Ecco, sappi che lo puoi fare il 25-26 ottobre, a soli 30km dall’Italia!
Sì, perché in queste date, a Lugano, ci sarà il Plan ₿ Forum, uno degli eventi a tema crypto più interessanti d’Europa (e siamo riusciti ad ottenere un super sconto sui biglietti per la nostra community)!
Giunto alla sua terza edizione e con oltre 4.000 partecipanti negli scorsi due anni, quest’anno l’evento promette di essere ancora più imperdibile:
🗓️ Due giorni di conferenze, workshop e networking
👥 Oltre 100 speaker internazionali, tra cui la famiglia di Julian Assange e Adam Back
Ma anche Paolo Ardoino (CEO di Tether) a Nick Szabo (leggendario cypherpunk), che discutono del futuro della finanza decentralizzata…
E se di crypto non sai nulla… non è un problema, perché ci saranno eventi anche per i neofiti del settore, in cui potrai imparare un sacco di cose!
Noi ci saremo e anche tu non dovresti mancare, tra l’altro siamo riusciti ad ottenere per te un super sconto del 20% sui biglietti per l’evento se completi l’acquisto entro 48h usando il codice “IlPUNTOPLANB”.
Che dici, ci vediamo là? 👇🏻
SOSTENIBILITÀ
👗 Shein: il colosso dell’ultra-fast fashion è nei guai (di nuovo)
Shein, il gigante cinese dell'ultra-fast fashion, è finito ancora una volta sotto i riflettori, ma non per le sue ultime collezioni…
La scorsa settimana, l'Antitrust italiano ha puntato il dito contro Shein e la società che gestisce il suo e-commerce in Italia.
L'accusa? Greenwashing.
Il Greenwashing è quella pratica commerciale ingannevole in cui un'azienda fa credere ai consumatori che i suoi prodotti siano più sostenibili o ecologici di quanto siano realmente…
Questo viene fatto per influenzare le scelte dei consumatori, spingendoli a preferire il prodotto in questione rispetto ad altri, che potrebbero sembrare più dannosi per l'ambiente.
Nel caso di Shein, l'Antitrust sostiene che l'azienda stia mentendo sulle sue azioni per salvaguardare l'ambiente e i diritti umani. Insomma, un tentativo di farsi bella agli occhi dei consumatori sempre più attenti alla sostenibilità.
Ma non è la prima volta…
Già nel 2022, l'azienda era finita sotto la lente d'ingrandimento in seguito a una segnalazione di Greenpeace.
E i dati emersi erano tutt'altro che rassicuranti:
🕰️ Lavoratori costretti a turni di 17 ore al giorno
📅 Solo un giorno libero al mese
💰 Paghe misere: €0,04 centesimi a capo, circa €20 al giorno
Ad essere problematica non era però solo la gestione dei lavoratori, ma anche l'impatto ambientale di Shein, che era stata accusata di:
🧵 uso massiccio di fibre sintetiche, tossiche e non riciclabili
💧 sprecare troppa acqua nella produzione
🔥 smaltire i prodotti invenduti tramite incenerimento
Le dichiarazioni di Shein (di nuovo) sotto esame
Ma perché se ne parla di nuovo ora? Il motivo è che Shein ha cercato di darsi una "ripulita all’immagine", creando campagne sul proprio sito piene di dichiarazioni green (ad es. "#SHEINTHEKNOW", "evoluShein" e "Responsabilità sociale").
Dichiarazioni che dovrebbero essere parte del tentativo di Shein di
📦 Ridurre gli sprechi, producendo più in piccole quantità
♻️ Utilizzare fibre riciclabili
🌱 Avviare progetti per ridurre (o azzerare) le emissioni di CO2
Tutto molto bello sulla carta… ma l'AGCOM e l'Antitrust hanno deciso di vederci chiaro e capire se è tutto puro e semplice Greenwashing oppure no.
Ciò che emerge è che:
🏷️ Non è chiaro se i capi etichettati come "sostenibili" siano fatti al 100% di fibre ecologiche o se contengano anche materiali sintetici.
📊 Mentre sul sito si parla di ridurre le emissioni del 25% entro il 2030, il bilancio di sostenibilità rivela che le emissioni sono aumentate dell'80% dal 2022 al 2023.
Quali potrebbero essere le conseguenze?
Al momento, ci sono più domande che risposte. Ma una cosa è certa: il mondo del fast fashion e la sostenibilità sembrano due concetti difficili da conciliare.
Forse la soluzione più semplice sarebbe quella di ripensare le nostre abitudini di consumo, limitando l'acquisto troppo frequente di vestiti e accessori a basso costo (anche se questo è facile da dire ma difficile da implementare, visti i costi dei capi “sostenibili”).
Resta da vedere come si evolverà questa situazione e quali saranno le conseguenze per Shein. Una cosa è certa: in un mondo sempre più attento all'ambiente, cercare di apparire "verdi" senza esserlo realmente potrebbe rivelarsi una strategia controproducente.
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Queste le risposte al primo sondaggio della scorsa newsletter: il 62,5% di coloro che hanno risposto ritiene che l’Euro abbia portato più benefici.
Ecco cosa hanno detto alcuni di voi:
✍️ New Energy Srl cerca un Agente di commercio professionista
💰️ Lundquist cerca un ESG consultant
🆕 Fondo Italiano d’investimento SGR cerca un Internship direzione commerciale
🤑 New Aurameeting Italia cerca un Junior Event Specialist
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