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🚗 Auto nuova: ma quanto mi costi?

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  • 🚗 Auto nuova: ma quanto mi costi?

  •   Murdoch: la fine di un’era?

ATTUALITA
🚗 Auto nuova: ma quanto mi costi?

I numeri parlano chiaro: si vendono meno auto, ma ad un prezzo molto più caro…

  • 📉 Sono crollate le immatricolazioni di auto sotto ai €20.000: dalle 800.000 del 2019 (il 42% del mercato), alle 360.000 del 2022 (il 27% del mercato)

  • 🚫 Sono scomparse le auto sotto i €14.000 (nel 2019 rappresentavano il 7% del mercato)

  • 📈 Sono cresciute le immatricolazioni di auto dal valore superiore ai €35.000: dalle 280.000 del periodo pre-Covid siamo passati a 400.000. Se nel 2019 rappresentavano il 15% del mercato, oggi costituiscono ben il 31% delle vendite

Ma come mai i modelli meno costosi stanno progressivamente sparendo?

Semplice… Perché se ne producono sempre meno.

Rispetto al 2019, sono 600.000 le auto in meno prodotte. Siamo infatti passati da produrne 1,9 milioni a 1,3 milioni nel 2022.

Quindi, se il prezzo medio di vendita delle auto sta salendo, non è perché i consumatori acquistano maggiormente auto più costose rispetto al passato, ma piuttosto perché le case automobilistiche producono meno veicoli di fascia bassa a vantaggio di quelle di fascia alta.

Ok, ma perché?

A spiegarcelo con chiarezza è l’analisi del Centro Studi Fleet&Mobility.

All’industria automobilistica il cambiamento è stato imposto dal rispetto dei nuovi limiti di emissioni di CO2 decisi dalle politiche per la transizione energetica.

Per poter continuare a vendere auto a basso prezzo i costruttori dovrebbero sbilanciarsi fortemente a favore dei motori termici classici, rendendo così per loro impossibile rispettare i nuovi limiti di gr/km di CO2.

Ecco dunque che per evitare di pagare multe sempre più salate, un comparto che per oltre un secolo ha fondato il suo potere sulle fabbriche ha deciso di trasformarsi in una boutique: si producono e vendono meno auto ma dal valore superiore.

E attenzione alla minaccia cinese:

Immagine da: Nikkei Asia

Se le politiche green continueranno ad avere effetto solo sui costruttori europei, non deve sorprenderci che la domanda di veicoli sotto i €20.000 verrà progressivamente soddisfatta da nuovi costruttori extra europei.

La Cina, fabbrica del mondo, non vede l’ora di aggredire le quote di mercato lasciate scoperte dalle industrie europee. 

Difficile poi pensare che politiche che obbligano i costruttori europei a rispettare stringenti parametri di emissioni di CO2 per le auto prodotte possano essere efficaci, quando poi ne si permette l’importazione dall’estero di molto più inquinanti e a prezzi fuori mercato.

Se finiremo o no ad acquistare solo auto cinesi è tutto da stabilire, certo è che la direzione sembra quella.

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BUSINESS
 Murdoch: la fine di un’era?

Immagine da: Wired

Il novantaduenne magnate australiano, dopo oltre settant’anni di successi (e qualche polemica), ha annunciato che lascerà la presidenza di Fox Corporation e News Corp al suo primogenito Lachland.

Ok, ma chi è Murdoch?

Rupert Murdoch nasce nel 1931 a Melbourne ed inizia la sua fortuna nel mondo dell’editoria, ereditando in seguito alla scomparsa del padre i primi due giornali: il Melbourne Herald e l'Adelaide News.

Nel 1969 inizia la sua espansione nel Regno Unito comprando altre due testate: News of the World e The Sun, pilastri della stampa tabloid, ai quali aggiungerà nel 1981 The Times e Sunday Times.

Murdoch non si ferma però agli UK: nel 1976 Murdoch approda negli USA con il New York Post e il New York Magazine.

Sempre in America acquisisce Harper Collins, gli studi della 20th Century Fox a Hollywood e la catena di tv Metromedia.

E l’elenco è ancora lungo:

  • 📺 1989: Sky Television

  • 📱 2005: MySpace (pagato $580 milioni e rivenduto 6 anni dopo a $35 milioni)

  • 📈 2007: Dow Jones

  • 📰 2007: Wall Street Journal

Per quanto immenso sia l’impero di Murdoch, va comunque considerato che News Corp. non sta attraversando un periodo facile, con i profitti in forte decrescita negli ultimi anni…

Oltre ai successi, però, tante critiche…

Negli US è abbastanza diffusa l’idea che Murdoch abbia contribuito a rendere popolare la disinformazione.

Secondo Dan Cassino, professore della Fairleigh Dickinson University nel New Jersey, l’australiano usava il suo impero mediatico per diffondere certe “ideologie”.

Non a caso, Fox si è trovata a pagare una multa da ben $787 milioni in seguito alla causa per diffamazione intentata dall’azienda Dominion Voting Systems dopo che Fox l’aveva accusata di aver contribuito a falsare le elezioni americane del 2020.

In UK invece, oltre allo scandalo intercettazioni che nel 2011 ha portato alla chiusura del giornale News of the World, la stampa targata Murdoch è stata associata alla Brexit (sempre appoggiata dalle sue testate).

Poteva mai farsi mancare qualcosa anche nel suo paese natale?
Certo che no, visto che in Australia i suoi giornali hanno da sempre mostrato scetticismo nei confronti del cambiamento climatico.

Ed è forse per tutti questi motivi che la figura di Rupert Murdoch è così controversa.

"Il mondo sta peggio a causa di Rupert Murdoch. Nessuno dovrebbe edulcorare i danni che ha causato".

Angelo Carusone, CEO del gruppo di vigilanza Media Matters for America

Certo è che lascia uno degli ultimi grandi tycoon dei media americani, che nel bene o nel male, ha plasmato gli ultimi 30 anni di informazione. Che sia un bene o un male, staremo a vedere.

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Il 26 settembre 1580, il marinaio Francis Drake approda a Plymouth, diventando il primo navigatore britannico a circumnavigare il globo.

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