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🔋 Auto elettriche: rivoluzione green o falso mito?

Buongiorno! Questo è il Punto, la newsletter che ti spiega l’economia e l’attualità in modo semplice e veloce!
Il menù di oggi prevede:
🔋 Auto elettriche: rivoluzione green o falso mito?
🪙 Trump annuncia la riserva cripto USA
AUTOMOTIVE
🔋 Auto elettriche: rivoluzione green o falso mito?

Secondo l'IPCC, il settore dei trasporti contribuisce al 15% delle emissioni globali di CO2, una percentuale in costante crescita negli ultimi anni. E se fino a poco tempo fa la dipendenza dai combustibili fossili sembrava un ostacolo insormontabile, l'emergere dei veicoli elettrici ha rappresentato un'apparente soluzione.
Ed infatti, nell'ultimo decennio governi e costruttori di tutto il mondo hanno investito parecchio in questa tecnologia, tanto che nel 2024 sono state vendute oltre 17 milioni di auto elettriche.
E le previsioni sono ancora più ambiziose: entro il 2030, una vettura su tre potrebbe essere elettrica.
Il problema?
Dietro l'immagine ecologica e innovativa dell'auto elettrica si nasconde una realtà più complessa…
Siamo sicuri che le auto elettriche siano così “green”?
Partiamo da un fatto: il cuore pulsante di ogni auto elettrica è la batteria, un sistema sofisticato composto da migliaia di celle agli ioni di litio.
Una batteria NMC da 60 kWh (la capacità media di un'auto elettrica attuale) pesa circa 185 kg e contiene diversi materiali:
🔋 Grafite
🔋 Alluminio
🔋 Nichel
🔋 Altri: rame, acciaio, manganese, cobalto e litio
E il processo di estrazione di questi materiali ha un impatto ambientale devastante

I tre materiali più problematici sono:
💧 Litio: per estrarre una tonnellata si emettono 15 tonnellate di CO2 e servono 2 milioni di litri d'acqua (una piscina olimpionica per intendersi).

Miniera di litio
👶 Cobalto: il 50% delle riserve mondiali è nella Repubblica Democratica del Congo, dove secondo Amnesty International circa 40mila bambini lavorano nelle miniere.
🏭 Nichel: il cui processo estrattivo è tra i più inquinanti, con oltre 10 tonnellate di CO2 emesse per ogni tonnellata estratta.
A questi si aggiungono le "terre rare", 17 materiali essenziali per i motori elettrici, la cui estrazione richiede enormi quantità d'acqua e rilascia inquinanti.
Quindi, in fase produttiva, le auto elettriche non sono affatto a zero emissioni.
Ma allora è giusto dire che “le auto elettriche non sono sostenibili“?
In realtà no, perché dobbiamo guardare a tutto il ciclo di vita (le cosidette “lifecycle emissions“), dalle materie prime allo smantellamento finale.
Complessivamente, le auto elettriche restano più sostenibili di quelle tradizionali, ma molto dipende dalla fonte dell'elettricità usata per ricaricarle.
Le emissioni delle auto elettriche dipendono quindi dal mix energetico del paese:
🇮🇹 Italia: le emissioni sono più alte a causa della ricarica (perché l’elettricità è prodotta ancora ricorrendo molto alle fonti fossili)
🇩🇪 Germania: situazione simile all'Italia
🇫🇷 Francia: le emissioni totali sono molto più basse (perché l’energia proviene prevalentemente dal nucleare)

E poi, la transizione all’elettrico porta con sé anche un grande problema geopolitico
Sì, perché rischiamo una dipendenza quasi totale dalla Cina per la produzione delle batterie.
Come?
Il Paese del dragone non è solo il più grande mercato di auto elettriche al mondo, ma controlla praticamente ogni pezzo della filiera produttiva:
🇨🇳 41% del cobalto mondiale
🇨🇳 28% del litio
🇨🇳 78% della grafite
🇨🇳 38% delle terre rare
Inoltre, la Cina vanta un vantaggio tecnologico di almeno 20 anni nella produzione delle batterie. Per questo sta imponendo controlli più rigidi sulle esportazioni delle tecnologie per la lavorazione del litio e la produzione di batterie.
E per Europa e Stati Uniti, questa dipendenza rappresenta un serio problema geopolitico.
Per il settore automotive europeo, la dipendenza dalla Cina ha un peso economico notevole
Il ritardo dei produttori europei nella transizione all'elettrico rende la dipendenza da Pechino particolarmente preoccupante.
Il motivo? Già solo per l'Italia, l’industria automobilistica:
🇮🇹 Vale circa il 5% del PIL
👷♂️ Dà lavoro a oltre 270mila persone
Nel concreto, molte aziende sono specializzate nella produzione di componenti che tra qualche anno potrebbero non servire più.
Parliamo di circa 50mila posti di lavoro a rischio solo in Italia, di migliaia di specializzati che rischiano di rimanere a casa e di tantissime PMI che potrebbero chiudere.
C’è poi il tema della sostenibilità sociale
La transizione alle auto elettriche porta con sé dei costi enormi per i consumatori, che non riguardano solo i loro posti di lavoro, ma anche il loro portafogli:
💰 I Prezzi d'acquisto sono più elevati
🔋 L’autonomia è ancora limitata (circa 500km)
🔌 La rete di ricarica spesso è insufficiente
💸 I costi di ricarica convenienti solo a casa
Insomma, le auto elettriche sono più sostenibili considerando l'intero ciclo di vita, ma ci sono criticità importanti legate all'estrazione dei materiali, alla dipendenza dalla Cina e all'impatto sociale.
Se volete approfondire il tema delle auto elettriche, capire meglio il perché di questa dipendenza dalla Cina e cosa l’Europea sta facendo per risolvere il problema, vi consigliamo di guardare il nostro video su YouTube👇️
CRIPTOVALUTE
🪙 Trump annuncia la riserva cripto USA

Domenica scorsa, Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti creeranno una "riserva strategica di criptovalute”.
Il tycoon ha dichiarato su Truth Social (il suo social media) che Ripple (XRP), Solana (SOL), Cardano (ADA), Bitcoin (BTC) e Ethereum (ETH) saranno incluse nella riserva cripto statunitense.

E qual è stata la reazione del mercato?
Come prevedibile, l'annuncio ha scatenato un forte rialzo sui mercati crypto, con forti aumenti di prezzo per tutte le criptovalute citate da Trump:
📈 ADA (Cardano): +72% in un solo giorno

📈 SOL (Solana): +24%
📈 XRP (Ripple): +34%
📈 ETH (Ethereum)+13%
📈 BTC (Bitcoin): +10%, superando i $94.000

L’industria delle cripto vede in questa riserva strategica un’opportunità unica
I sostenitori delle criptovalute ritengono che una riserva nazionale possa:
💹 Stimolare il settore attraverso l'acquisto da parte del Governo
🛡️ Prevenire le perdite derivanti da eventuali svendite governative
💲 Ridurre il debito nazionale aumentando le entrate federali grazie al alla crescita del valore degli investimenti
Non tutti però, sono entusiasti dell’idea…
Mentre l'industria ha accolto con favore la notizia, alcuni economisti hanno sollevato dubbi importanti:
⚠️ Le criptovalute sono asset notoriamente volatili
⚠️ L'acquisto di cripto da parte del governo sarebbe una scommessa che avvantaggerebbe principalmente chi già possiede criptovalute
⚠️ Potrebbe comportare l'azzeramento di miliardi di dollari dei contribuenti in caso di crollo del mercato
Ma come funzionerebbe questa “riserva strategica“?
I dettagli non sono ancora chiari, ma l'ordine esecutivo di Trump suggerisce che la riserva potrebbe essere "potenzialmente derivata" dalle criptovalute che il governo federale ha già sequestrato "attraverso i suoi sforzi di applicazione della legge".
E non si tratta di briciole, visto che secondo il New York Times il governo federale avrebbe già sequestrato circa $19 miliardi in bitcoin, che potrebbe appunto conservare per costituire una riserva.
Perché questa mossa è così importante?
La creazione di una riserva strategica di cripto da parte degli Stati Uniti rappresenta un cambiamento epocale per il settore, per diverse ragioni:
1️⃣ Legittimazione istituzionale: per la prima volta un Governo di primo piano riconoscerebbe ufficialmente le criptovalute come bene strategico, alla pari dell'oro o del petrolio
2️⃣ Regolamentazione più chiara: finora uno dei principali problemi per l'adozione delle criptovalute è stata l'incertezza normativa - questo potrebbe finalmente cambiare
3️⃣ Effetto sugli investimenti: l'esempio americano potrebbe spingere altri paesi a seguire la stessa strada, aumentando ulteriormente la domanda
C'è però da sottolineare che per il momento si tratta solo di un annuncio, e che serviranno tempo e una regolamentazione adeguata per procedere con l'implementazione concreta.
Cosa ne pensi della riserva cripto USA? |

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